Ucraina: ipotesi nuovo decreto invio armi e finanziamenti. Governo diviso, tensioni nella maggioranza
ROMA – Si parla con sempre maggior insistenza di un uteriore decreto di invio di armi all’Ucraina, tquale grazioso omaggio del premier Draghi a Zelensky in occasione della sua prossima visita al presidente ucraino. Che non mancherebbe di ringraziare ai quattro venti il nostro premier. Inoltre sembra già deciso un nuovo finanziamento di circa zoo milioni al governo ucraino, dopo il primo di 100 milioni.
Il decreto di Guerini che assegnerebbe altri munizioni e strumenti militari dovrebbe ricalcare lo schema di quello di alcune settimane fa con lista secretata, con la possibile aggiunta della consegna ai soldati ucraini di armi pesanti. Non solo mitragliatrici e mortai, ma obici, cannoni, di artiglieria a traino meccanico da 155/39 FH-70 ancora in dotazione all’Esercito. Ipotesi questa che, in occasione del primo invio, era stata osteggiata da alcune forze della maggioranza, come la Lega e Conte, con una parte del M5S.
L’ipotesi dell’invio dei cannoni o di altri mezzi più pesanti sembra come minimo complessa. Il M5S presumibilmente la contesterà, come ha già fatto nella scorsa occasione, ci sono malumori dentro Forza Italia e anche le frange più a sinistra del partito democratico potrebbero sollevare più di un’obiezione, senza contare l’opposizione netta anche di Fratoianni (Sinistra italiana).
Marco Ludovico sul Sole 24 Ore fa cenno anche di un segnale che può essere decisivo, visto che proviene da Oltre Tevere In coerenza con i messaggi ripetuti di invito alla pace di Papa Francesco, il Vaticano disapproverebbe nel modo più assoluto una scelta del genere.
Ci sarebbero poi altri argomenti concreti che sconsiglierebbero la soluzione di ampliare il lotto degli armamenti da inviare a Zelensky, che ne chiede ogni giorno di più. Inviare obici da campagna come gli FH-70, armamenti un po’ vecchi e che potrebbero essere così smaltiti inviandoli in Ucraina, implicherebbe un impegno di mezzi di trasporto notevole. L’invio di altri armamenti più moderni a disposizione delle nostre Forze armate sguarnirebbero il nostro potenziale di difesa e, se finissero in mano a un potenziale nemico, gli darebbero un patrimonio informativo militare prezioso.
Crediamo che, nel suo buen retiro di Città della Pieve, dove sta terminando il periodo di isolamento post covid, il nostro premier Draghi stia riflettendo che non conviene proprio sfidare il Vaticano, una parte della sua maggioranza e delle sinistre e sia più opportuno utilizzare i finanziamenti per sostenere i moltissimi italiani in difficoltà, che chiedono al governo di aiutarli a non sprofondare nella povertà.