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Paolo
Esimio Presidente,
quando ho appreso del suo “ingresso” in politica, ho finalmente gioito. Ho gioito poiché la ritengo saggio, capace, determinato, non incline al compromesso, alle logiche di convenienza personale, allo scambio di favori; Lei è perfettamente consapevole che l’Italia ha bisogno di cambiamento, ha bisogno di evolversi, migliorare. Laddove Lei, quindi, non devesse occuparsi della questione a cui farò cenno a breve, allora le mie speranze in tal senso si perderanno. Irrimediabilmente.
Correva l’anno 1996, allorquando tra noi (Guardia di Finanza) e l’Arma di Carabinieri si viveva quotidianamente una gelosia investigativa che ci portava a ritenerci se non “nemici” quantomeno “eterni antagonisti”. Ciascuno curava gelosamente il proprio orticello e di condividere informazioni nemmeno se ne parlava… Il coordinamento del Pubblico Ministero avveniva regolarmente in teoria ma in pratica tutti erano consapevoli che quanto riferito a quest’ultimo veniva partecipato al “nemico” e quindi…
Sono trascorsi da allora quasi cinque lustri e nulla è cambiato.
Potrei raccontarLe molto in tal senso ma nessuno ci farebbe una bella figura. Del resto, quanto potrei dirLe può benissimo immaginarlo.
Come combattiamo la criminalità nazionale e transnazionale? Attraverso Polizie che non dialogano se non quando costrette?
Quello dell’unificazione è un annoso problema, irrisolto unicamente per motivazioni dettate da un malsano “orgoglio di appartenenza”: il passato, i ricordi e le tradizioni che caratterizzano ciascuna Forza di Polizia, latu sensu, è bene che non vengano mai cancellati, ma legare il futuro al passato è dannoso.
Solo Lei può avere la forza ed il coraggio di cambiare le cose, anche a costo di impopolarità e di mancato consenso.
Sarkozy ha inserito la Gendarmeria, omologa ai nostri Carabinieri, alle dirette dipendenze dell’Autorità nazionale della Sicurezza e cioè al Ministro dell’Interno, autorità civile. La Gendarmeria francese nacque ufficialmente il 16 febbraio 1791, ma la sua origine pare che risalga addirittura al 1600. Da questo esempio presero spunto molte altre Polizie europee…
Quindi un’arma come la Gendarmeria, più antica dei Carabinieri, e con un passato sicuramente non meno nobile, dopo alcuni secoli è passata alle dipendenze del Ministro dell’Interno, senza particolari prese di posizione o ostracismi vari. La Gendarmeria francese era, è, e sarà sempre, al servizio dei cittadini d’oltralpe con tutte le sue “gloriose” passate tradizioni.
L’Europarlamento da diverso tempo chiede ai Paesi membri un’unica Polizia con lo status giuridico civile, ma non mi risulta che questa esortazione in Italia sia stata mai presa in considerazione.
Allo stato delle cose, in Italia possiamo tranquillamente constatare l’esistenza di una demoltiplicazione di compiti, spesso “non allineati “ a voler utilizzare un eufemismo… Il risparmio dell’unificazione sarebbe rapido ed evidente.
In atto abbiamo una cabina di regia nazionali per ogni Forza dell’ordine mentre ne potremmo avere soltanto una. Abbiamo oltre 500 “Sale Operative”. Ogni ufficio, caserma, automezzo è demoltiplicato in maniera sterile allo scopo di poter affermare “è mio!”.
La sicurezza è degli Italiani e tutto ciò che vi gravita intorno deve essere efficace! Non è necessario essere esperti in matematica per comprendere quanti uomini e donne delle Forze dell’ordine si potrebbero recuperare, non tralasciando situazioni di non secondaria importanza quale potrebbe essere un unico intervento, un unico atto di indagine, un unico ente sul posto dell’evento delittuoso o d’indagine, diviso esclusivamente per competenza.
All’interno di questa unica cabina di regia si dovrebbero, naturalmente, ipotizzare le diverse specializzazioni quali l’ordine pubblico, reati finanziari, giudiziaria, Polizia stradale, Polizia ambientale, penitenziaria, aerea, marittima, ecc. mantenendo di fatto quell’“orgoglio di appartenenza” che sempre più spesso viene rivendicato.
Le Forze di polizia sono paragonabili a delle vere e proprie aziende il cui prodotto da garantire è la sicurezza. Lo si vuole continuare a garantire con “l’orgoglio di appartenenza”, o comunque con i retaggi del passato? Personalmente credo di no. La responsabilità di una mancata unificazione e quindi di una maggiore efficienza, va ricercata esclusivamente nella classe politica e nelle pressioni che su questa vengono esercitate dalle varie baronie del Comparto Sicurezza.
Azioni di lotta e contrasto al crimine, ancor più se organizzato, non possono essere condotte da cugini tra loro gelosi. La nostra debolezza è la forza dei criminali. Inutile inasprire le pene e creare nuove leggi. Occorre un sistema che sia efficace ed efficiente. Gli Stati si uniscono sotto l’egida di una bandiera comune e le Forze di Polizia non comunicano se non quando costrette. Insomma così non va.
In relazione ai costi, non credo che si possa neanche minimamente immaginare quale business possa ruotare attorno a questo Comparto in termini di attrezzature e risorse, con relativi costi di gestione e manutenzione.
Se avvenisse l’unificazione, i costi si ridurrebbero drasticamente ed i benefici si demoltiplicherebbero. L’unificazione delle Forze di polizia è un evento che richiederebbe il superamento degli interessi della politica e delle caste di settore: il risultato sarebbe a vantaggio dei cittadini tutti. Adesso o mai più.