Prefetti, il Viminale torna ad antiche abitudini, lasciando vacanti uffici centrali e sedi
Il ministero dell’interno sta tornando a vecchie abitudini, che giudico non positive, quelle di varare nomine e trasferimenti di prefetti o direttori di uffici centrali, senza disporre contemporaneamente la sostituzione del titolare. Era successo già più volte in tempi passati, erano state lasciate vacanti addirittura per oltre sei mesi alcune sedi allora di nuva istituzione, tipo Lodi, alla fine degli anni ’90, provocando la reazione dei politici locali che denunciavano il disinteresse del governo per una nuova entità amministrativa. Campobasso, nel 2003, fu lasciata senza prefetto (e la lacuna fu colmata inviando il sottoscritto, anche allora dopo proteste, giustissime, della politica locale) per quattro lunghi mesi dopo il disastroso terremoto di San Giuliano di Puglia.
Questi esempi potevano indurre alla riflessione che una provincia può andare avanti senza prefetto, tanto supplisce la struttura. Ma nelle piccole sedi spesso ci sono solo due o tre funzionari ed è difficile andare avanti in quelle condizioni. L’Amministrazione della Pubblica sicurezza è molto più attenta a questi particolari, tant’è vero che non ricordo il caso di questure rimaste senza titolare per qualche tempo.
Nell’ultima tornata, di cui abbiamo dato informazione in altro articolo, ben 2 sedi e due uffici centrali, delicati e dedicati alla sicurezza, non sono stati per ora ricoperti, mentre il titolare è stato destinato ad altre funzioni. Si tratta del vice direttore per l’attività di coordinamento del Dipartimento di Ps, del direttore centrale per le risorse umane dei vigili del fuoco, del prefetto di Massa, del prefetto di Savona. Su 5 movimenti solo un posto (quello di prefetto di Viterbo) è stato ricoperto da un successore. E’ vero che il governo ha decretato la fine dell’emergenza pandemica, ma è subentrata l’emergenza guerra Ucraina – Russia, che comunque potrebbe creare qualche problema anche di sicurezza.
Sono lontani i tempi in cui, in particolari situazioni, il cambio era ad horas; in occasione del disastroso terremoto di Avellino del 1980 quando, dopo l’invettiva di Pertini, il prefetto di allora fu trasferito, il nuovo prefetto Carmelo Caruso assunse la titolarità della sede in poche ore.
Ma anche adesso, conoscendo la ministra Luciana Lamorgese, che ha lunga esperienza come funzionario e come Capo del Dipartimento del personale, sono sicuro che non passerà molto tempo per la sostituzione dei posti vacanti, anzi probabilmente ci sarà un altro movimento, probabilmente collegato a nuove nomine, prima che il trasferimento dei prefetti diventi operativo. E forse (m’illudo?) lo svegliarino di un vecchio prefetto, pensionato, brontolone e memore dei tempi andati, potrà essere utile perché si provveda sollecitamente.