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Il ritorno delle auto blu, nel 2021 sono aumentate del 12,3%, ma Brunetta continua la sua battaglia

Dopo due anni di sospensione delle statistiche sulla distribuzione di auto blu fra le amministrazioni pubbliche italiane, il Dipartimento della Funzione pubblica, adesso nuovamente guidato dal ministro Brunetta, che a suo tempo iniziò la dura battaglia, non ancora vinta, ha fatto conoscere i nuovi dati, per niente confortanti,

Le vetture utilizzate dalle amministrazioni pubbliche al 31 dicembre 2021 sono 29.894, con un incremento del 12,3 per cento (pari a 3.267 auto in più) rispetto al numero del 2020, che si fermò a quota 26.627. «Rispetto all’aumentata consistenza del parco auto» precisa però la Funzione pubblica «il numero medio delle autovetture registrate per amministrazione scende a 3,6 rispetto a 3,9 dell’anno precedente». L’aumento, in altre parole, è dato dal fatto che in generale sono cresciuti anche gli enti che hanno inviato i dati.

Le Province, sopravvissute all’abolizione declamata dalla riforma voluta da Graziano Delrio, contano su un significativo parco auto: mettendo insieme tutte quelle che hanno fornito i dati sono 930. Qualche esempio? La sola Provincia Sud Sardegna ne conta 34, addirittura tre in più della città metropolitana di Cagliari che si ferma soltanto, si fa per dire, a 31. Ma il vezzo non è solo degli isolani. L’amministrazione provinciale di Pavia ha in dotazione lo stesso numero di auto di servizio. Tra i Comuni più grandi, invece, Milano spicca con 32 veicoli.

I dati più rilevanti arrivano però dalle amministrazioni centrale. Prendiamo la presidenza del Consiglio di Mario Draghi, che tartassa gli italiani ma consente auto a go go nei suoi uffici. Nel 2021 ha avuto un parco di 31 veicoli con «autista a uso non esclusivo», con un sensibile incremento rispetto alle 19 del 2020. Un fatto che non sorprende: nel complesso le Amministrazioni dello Stato hanno visto crescere le auto di servizio da 178 a 221 unità, con il saldo di più 43 automezzi. Alla Corte dei conti, ancora, ci sono 22 vetture in dotazione (nel 2021 erano 20).

Un ritocco al rialzo c’è stato anche per alcuni ministeri, per esempio Lavoro e Politiche sociali ha aumentato l’organico di auto di servizio di una unità. All’Antitrust, invece, per verificare che il mercato garantisca adeguata concorrenza, si moltiplicano i veicoli per gli uffici dell’Authority: da quattro del 2020 si è passati a sette del 2021. Quasi un raddoppio. L’Inps registra un incremento: ce ne sono 21, facendo rilevare un più due nel computo.

Dal computo complessivo sono escluse le auto in uso ai Vigili del fuoco e alle Forze dell’ordine, quelle mediche e dell’Anas. Ma anche quelle che rientrano negli organi di rango costituzionale. La Corte costituzionale oggi presieduta da Giuliano Amato nel bilancio di previsione 2022 ha scritto chiaramente che «a ciascun giudice (sono 15 in tutto, ndr), per la durata del mandato, è assegnato un cellulare, un pc portatile e un’autovettura».

Dunque il malvezzo è duro a morire, la battaglia che Brunetta aveva iniziato nella sua prima esperienza ministeriale col governo di centrodestra è ancora in corso, ma le armi sono spuntate. I burocrati e la politica continuano ad avere il sopravvento.


Ezzelino da Montepulico


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