Bce: allo studio uno scudo antispread, per rimediare ai guasti causati
FRANCOFORTE – Dopo le improvvide e criticatissime decisioni per l’aumento dei tassi (criticate anche da Draghi), Lagarde e la Bce tentano di correre ai ripari chiudendo la porta della stalla quando i buoi sono già usciti.
Dopo una riunione convocata d’emergenza per l’allarme spread, la Bce ha incaricato gli uffici tecnici di “accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione” da sottoporre poi al Consiglio direttivo. I Governatori della Bce, nella riunione di oggi, hanno giudicato che fosse una risposta adeguata dare mandato agli uffici tecnici per la preparazione di uno strumento contro la frammentazione finanziaria.
Lo ha detto Mario Centeno, governatore della banca centrale portoghese e consigliere Bce, durante un discorso a Lisbona riportato dalla Bloomberg. Centeno, in un apparente cenno alla discrepanza fra una svolta nel segno della normalizzazione monetaria e la necessità di continuare a sostenere i debiti con interventi espansivi, ha detto che la politica monetaria “lavora per il medio termine”.
Alla fine della riunione è stato comunicato che il Consiglio direttivo ha deciso che applicherà flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza nel portafoglio PEPP, al fine di preservare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, condizione preliminare affinché la BCE sia in grado di realizzare i suoi mandato di stabilità dei prezzi. Inoltre, il Consiglio direttivo ha deciso di conferire mandato ai pertinenti Comitati dell’Eurosistema insieme ai servizi della BCE per accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione all’esame del Consiglio direttivo”
Due, quindi, le novità cruciali dalla Bce. Innanzitutto la Banca centrale ha di fatto dato il via libera alla possibilità di riacquistare i titoli dopo la loro scadenza oltre le quote stabilite per ogni Paese.
In secondo luogo, si è chiaramente espressa su un nuovo strumento da studiare per evitare la frammentazione, il cosiddetto scudo-antispread che oggi i mercati hanno sperato e prezzato, virando in rialzo.
L’inaspettato annuncio arriva dopo che questa settimana il rendimento del debito italiano a 10 anni è salito oltre il 4% per la prima volta dal 2014, segnalando che gli investitori non sono convinti che la Bce possa aumentare i costi finanziari e mantenere i rendimenti obbligazionari dei membri più vulnerabili della regione sotto controllo.
A preoccupare sono stati i movimenti dello spread tra i rendimenti della Germania e le nazioni meridionali più indebitate, in particolare l’Italia, salito ai massimi degli ultimi due anni.