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Napoli capitale della cultura del Mediterraneo. Lo hanno deciso ministri di 30 Paesi

I ANSA/CIRO FUSCO

NAPOLI – Mentre l’Europa si dibatte con le difficoltà di approvvigionamento dell’energia, mentre arrivano clandestini attraverso il Mediterraneo, in fuga dall’Africa e dagli altri Paesi del medio oriente, i ministri di 30 Paesi del Mediterraneo non trovano di meglio che riunirsi per promuovere la cultura e decretare una nuova onorifica attribuzione. Quella di Capitale della cultura del Mediterraneo attribuita a Napoli. Auspici naturalmente i ministri Franceschini e Di Maio, come se fossero questi i principali problemi per i nostri cittadini. Ma, si sa, noblesse oblige, e parlare e promuovere la cultura fa sempre chic.

Il Mediterraneo avrà a rotazione una Capitale della Cultura. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Dario Franceschini con la dichiarazione conclusiva della due giorni di summit che ha riunito per la prima volta a Napoli 30 ministri dell’area mediterranea e non solo. La Capitale della Cultura ospiterà iniziative di rilevanza alternandosi tra i Paesi mediterranei. “In questi due giorni – ha detto a margine Franceschini – Napoli ha già dimostrato di essere una grande capitale culturale, adesso definiremo regole e modalità ma Napoli ha tutte le carte in regola”.

“La cultura è il primo terreno di dialogo tra gli Stati e tra i popoli, anche quando le situazioni sono difficili”, ha detto Franceschini prima di leggere la dichiarazione finale che è stata votata per acclamazione da tutti i ministri. Sempre il documento finale del summit, lungo 12 pagine, rende permanente l’incontro dei ministri del Mediterraneo e impegna i Paesi ad una serie di attività comuni sul contrasto al traffico illecito di beni culturali e sulla cultura come strumento di scambio tra i giovani. “È un’agenda molto ambiziosa – ha sottolineato il ministro -, in un momento così difficile per il mondo, è stato importante avere tanti ministri di paesi anche ostili tra loro riuniti qui”.

“Orgogliosi di aver aiutato questo processo che comincia oggi”. Così Franceschini tira le somme della due giorni di incontri a Palazzo Reale di Napoli. L’iniziativa presa dall’Italia ha avuto “un riscontro molto forte”, ha detto il ministro. La dichiarazione finale condivisa all’unanimità “anche da Paesi che sono molto lontano tra di loro, anche ostili in certi casi, che non si riconoscono nemmeno”, ha sottolineato, “che hanno accettato di venire qui a Napoli, discutere e sedersi tutti insieme intorno a un tavolo per approvare una dichiarazione comune e avviare un nuovo processo, una ministeriale tra i ministri della Cultura del Mediterraneo che si ripeterà con cadenze regolari”. “Credo sia davvero molto importante questo incontro anche perché avviene in un momento così difficile per l’umanità”. Dopo una pandemia e durante una guerra, dice, “dimostrare che la cultura è un terreno che può portare ad ascoltarsi, a conoscersi e a rispettarsi è davvero una grande lezione per tutti”, ha concluso Franceschini.

Parole, parole e ancora parole, vedremo gli effetti pratici di questa mirabolante decisione.


KULANKA

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