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L’Italia prepara invio di altre armi a Zelensky, ma anche la Cei chiede la pace

Dopo lo scampato pericolo del voto contrario del M5S, e la conseguente scissione di quest’ultimo, Draghi starebbe preparando, insieme al ministro della difesa, Guerini, il quarto decreto interministeriale per l’invio di armi a Zelensky. Fonti governative confermano che il quarto testo è in fase di redazione, ma occorre attendere le conclusioni del nuovo vertice straordinario della Nato, che probabilmente premerà l’acceleratore sull’invio di armi micidiali all’Ucraina e la prosecuzione ad oltranza della guerra. Biden e Stoltenberg ordinano e Draghi già si prepara ad eseguire, La lista della spesa preparata da Zelensky, come chiarito dal vice presidente del Parlamento ucraino Oleksandr Kornienko, comprende «artiglieria a lungo raggio, armi anti carro, lancia razzi multipli e sistemi di difesa anti-aerea».

Come nelle precedenti occasioni, il testo sarà segretato ma tra gli aiuti inviati – confermano fonti governative vicine al dossier – ci saranno soprattutto mezzi blindati e artiglieria pesante. Vale a dire che, con ogni probabilità, partiranno alla volta di Kiev cingolati M130 per trasporto truppe e veicoli Lince con blindatura anti-mine. Ci dovrebbero essere anche gli obici rH-70 HoWitzer, che hanno una gittata fino a 25-30 km. Si dovrà decidere, inoltre, sul possibile aumento dell’impegno italiano nell’addestramento dei militari ucraini per quanto riguarda l’uso delle armi occidentali. In ogni caso il carico non dovrebbe contenere armi a lunga gittata.

Ma non cessano le prese di posizione politiche. Giuseppe Conte (ormai con i resti di quello che era il partito di maggioranza relativa), anche ieri, sabato 25 giugno 2022, intervenendo al convegno dei giovani industriali, ha ripetuto che la via maestra che l’Italia dovrebbe seguire è quella della diplomazia. «Credo che l’Italia debba essere protagonista nel consessi internazionali nell’imprimere un’escalation diplomatica – ha detto il leader cinquestelle – l’Italia ha grande capacità di dialogo. Con il grande sforzo di Usa e Gb, qualche fucile in più dall’Italia aiuta poco la causa comune».

La decisione sembra però ormai presa, l’Italia segue Biden e la Nato, nonostante gli inviti alla pace non soltanto di Papa Francesco, ma adesso anche dei vescovi italiani. Il nuovo presidente della Cei, Cardinale Matteo Zuppi, ha affermato: “L’unica via da cercare è sempre e soprattutto la pace. La Chiesa si sta muovendo con questa fermezza: far comprendere a tutti la responsabilità che hanno nel costruire la pace, di far propria la sofferenza di chi è colpito dal conflitto e sottolinea l’urgenza di interrompere questa logica della guerra che genera morte. La via della pace è l’unica soluzione per porre fine a tanto dolore”. Ma la Nato, Biden, la Ue, Zelensky, e naturalmente il guerrafondaio Putin, da quest’orecchio non ci sentono. Draghi si adegua.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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