Emergenza siccità: in arrivo un altro commissario straordinario nominato dal governo
ROMA – A seguito delle poche piogge e della mancanza di acqua, l’emergenza idrica è già scattata in diverse regioni nel Nord Italia. La bozza del decreto Siccità, allo studio del Governo, segue l’indirizzo adottato in questi casi dai recenti governi, nomina di un commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità. Per risolvere le problematiche legate alla siccità, il commissario potrà operare «in deroga a ogni disposizione di legge escluse quella penale, le leggi antimafia, il codice dei beni culturali e i vincoli legati all’appartenenza alla Ue». Quindi il governo tecnico va avanti a colpi di provvedimenti straordinari per non avere contrasti e opposizioni e poter fare quel che vuole. Situazioni già viste in tema di pandemia e di rifornimenti energetici, che, per il passato – prima del governo Conte2 e Draghi – venivano gestite e risolte dalla protezione civile.
Al lavoro per il nuovo decreto siccità ci sono le regioni e vari ministeri: il ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, quello della Transizione ecologica, Politiche agricole, ministero per la Pubblica amministrazione, quello per gli Affari regionali oltre al ministero dell’Economia; motivo per cui il provvedimento avrà dei tempi – probabilmente lunghi – da seguire.
Intanto il Consiglio dei ministri non ha ancora esaminato la bozza del decreto perché prima tutte le regioni interessate, cioè quelle settentrionali con l’aggiunta dell’Umbria, devono dichiarare lo stato di emergenza. Al momento è stato dichiarato solamente da Lombardia ed Emilia-Romagna, ma lo stanno per fare anche Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Con molta probabilità il provvedimento sarà esaminato dal Consiglio dei ministri la prossima settimana, come spiegato anche dal presidente Mario Draghi: «Lunedì saremo pronti ad approvare le dichiarazioni d’emergenza delle regioni, oltre agli interventi di emergenza occorrerà predisporre un grande piano per l’acqua».
Il commissario straordinario “coordina e sovraintende le attività di programmazione e realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e promuove il potenziamento e l’adeguamento delle strutture idriche”, come si legge nella bozza del decreto. A lui spetta il compito di adottare i piani straordinari per gli interventi, privilegiando quelli più «cantierabili» e quelli di rilevanza interregionale ma, in particolare, “su proposta del ministero delle Infrastrutture, dovrà individuare almeno venti interventi prioritari da realizzarsi entro il 31 dicembre 2024”.
Quindi altri poteri straordinari, altre spese extraordinem, altre uscite affidate alla gestione di personaggi di fiducia del premier e del governo. Siamo da tempo in regime di autocrazia, ma nessuno lo vuol riconoscere.