Cina: missili contro Taiwan. E Taipei allerta i sistemi di difesa
TAIPEI (TAIWAN) – La Cina di Xi imita Putin? Auguriamoci di no. Intanto, però, il ministero della Difesa di Taiwan conferma, dopo la visita di Nancy Pelosi, il lancio di “diversi missili balistici” da parte dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) a partire dalle 13.46 locali (7.46 in Italia) nelle acque nordoccidentali e sudoccidentali dell’isola. Lo ha detto il portavoce del ministero in conferenza stampa In risposta, le forze armate di Taipei hanno attivato i sistemi di difesa. Il ministero, inoltre, ha “condannato le azioni irrazionali” della Cina che ” minacciano la space e la stabilità regionali”.
La Cina ha dato il via, alle 12 locali (6 in Italia), alle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno a Taiwan in un crescendo di tensioni in risposta alla visita sull’isola della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi. I media ufficiali ricordano che si tratta “di manovre militari e d’addestramento su vasta scala” che includono lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missilli in sei aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo, in una prova di forza dell’Esercito popolare di liberazione (Pla). Più aree sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan, oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone.
Il governo di Taiwan ha affermato che la Cina ha aggiunto un’altra area di interdizione per le sue manovre militari nelle acque orientali dell’isola, portando il totale a quota sette. Lo ha reso noto l’Ufficio marittimo e portuale di Taipei in una nota, secondo cui la durata delle “manovre militari mirate” dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) sono state estese da domenica 7 agosto a lunedì 8 fino alle ore 10:00.
Le forze armate di Taiwan “operano come al solito e monitorano ciò che ci circonda in risposta alle attività irrazionali” della Repubblica popolare cinese “con l’obiettivo di cambiare lo status quo e di destabilizzare la sicurezza della regione”. Lo afferma in una noTa il ministero della Difesa di Taipei all’avvio delle manovre militari cinesi su vasta scala intorno all’isola. “Non cerchiamo l’escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità. Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l’atteggiamento di ‘non intensificare i conflitti e non causare controversie'”.
Il capo della diplomazia Ue Josep Borrell ha condannato le “esercitazioni militari mirate” della Cina intorno a Taiwan, osservando che la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi sull’isola non è una motivazione valida. “Non c’è alcuna giustificazione per usare una visita come pretesto per un’attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan”, ha scritto Borrell su Twitter. “È normale e di routine per i legislatori dei nostri Paesi viaggiare a livello internazionale. Incoraggiamo tutte le parti a mantenere la calma, esercitare moderazione e agire con trasparenza”, ha aggiunto Borrell, a Phnom Penh per l’Asean.
I ministri degli Esteri del’Asean, i 10 Paesi del sudest asiatico (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam), hanno avvertito che la crescente situazione di tensione intorno a Taiwan potrebbe innescare “conflitti aperti”, mentre la Cina si prepara a tenere “manovre militari mirate” su vasta scala circondando l’isola. I ministri, in una dichiarazione congiunta, hanno affermato che la situazione “potrebbe destabilizzare la regione e alla fine potrebbe portare a errori di calcolo, gravi confronti, conflitti aperti e conseguenze imprevedibili tra le principali potenze”.
Le esercitazioni, che si concluderanno domenica a mezzogiorno, sono focalizzate sull’addestramento congiunto ccon sessioni di blocco, assalto di target marittimi, attacchi sulla terraferma e attività di controllo dello spazio aereo, nell’ambito di un test generale sulle capacità di combattimento e di coordinamento delle truppe, secondo un dispaccio della Xinhua. Pelosi, nel suo viaggio di meno di 20 ore, ha assicurato che la sua presenza nell’isola ha reso “inequivocabilmente chiaro” che gli Usa “non avrebbero abbandonato” un alleato democratico come Taiwan. Il suo viaggio ha suscitato la furiosa reazione di Pechino, che ha promesso “punizioni” ed esercitazioni militari nei mari intorno a Taiwan, strozzando le rotte tra le più trafficate al mondo. Il Global Times, controllato dal Quotidiano del Popolo, ha affermato, citando vari analisti militari, che le manovre erano “senza precedenti” e che i missili avrebbero sorvolato Taiwan per la prima volta, ha aggiunto il tabloid nazionalista.
Ieri l’Ufficio marittimo e portuale di Taiwan ha emesso avvisi alle navi per evitare il transito nelle aree interdette. E il governo di Taipei ha riferito che le attività cinesi avrebbero colpito 18 rotte internazionali che della sua regione di informazioni di volo (FIR). Il ministero della Difesa, inoltre, ha riferito che le forze armate hanno sparato mercoledì notte un razzo per mettere in guardia un drone che sorvolava l’isola di Kinmen, che si trova a soli 10 km dalla città cinese di Xiamen. Pechino ha definito le operazioni militari “necessarie e giuste”, addossando la colpa dell’escalation a Usa e alleati. “Nell’attuale circostanza sulla visita di Pelosi a Taiwan, gli Usa sono i provocatori, la Cina è la vittima”, ha commentato su Twitter la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying. Intanto, sale l’allerta a Tokyo. Le esercitazioni militari cinesi vicino al Giappone “potrebbero accelerare le discussioni già in corso sul suo ruolo in caso di contingenza taiwanese, costringendo i politici nipponici a pensare in modo più concreto a tale eventualità”, hanno riferito i media locali.