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Immigrazione, Salvini: “controllo confini è questione di civiltà”. Nuovi attacchi della Lega al governo
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ROMA – Mentre le sinistre si scatenano negli attacchi a Salvini per la visita a Lampedusa – sottacendo il fatto che il ministero dell’interno, dopo giorni di inazione, ha trasferito in 24 ore 1.500 migranti dall’hotspot di Lampedusa in previsione dell’arrivo del leghista – lo stesso segretario del carroccio ribadisce la sua linea.
“La Sinistra ha le idee un po’ confuse sull’immigrazione: quando parlo di controllare i confini e di proteggere la sicurezza degli italiani sono razzista, fascista, leghista, poi anche i sindaci del Pd dicono ‘non c’è posto per tutti’. Avendo 6 milioni di italiani sotto la soglia di povertà non possiamo permetterci di ospitare i clandestini da mezzo mondo”.
Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a “Zona Bianca” su Rete4. “Me lo chiedono tanti immigrati regolari che sono presenti in Italia, pagano le tasse, mandano i figli a scuola e non possono essere mischiati con quelli che sbarcano senza diritto. Controllare i confini è una questione di civiltà e di giustizia, lo abbiamo già fatto quando eravamo al governo e dal 25 settembre – dipende dal voto degli italiani – potremmo tornare a farlo”.
Il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni rincara la dose: “Sull’immigrazione, il presidente Draghi ha ragione due volte. Ha ragione oggi, quando dice che si poteva fare di più. E aveva ragione un mese fa ad Ankara, quando sosteneva che l’Italia, che è un paese accogliente con oltre 150 mila ucraini in
ospitalità, per lo più donne e bambini, non ce la fa più e ha raggiunto il limite. Il raffronto tra il 2019 e il 2022 è chiaro: meno di 4mila sbarchi nel 2019, oltre 40mila sbarchi nel 2022. 13.800 sbarchi solo nel mese di luglio, 30mila negli ultimi tre mesi. E il centro di Lampedusa in perenne emergenza, come l’Hotspot di Taranto. Le Ong straniere sono tornate ad essere pull factor di immigrazione illegale e la distribuzione dei migranti avviene solo tra regioni italiane e non tra Stati europei. Dunque sì, si poteva fare decisamente di
più”, conclude. Evidente l’accusa alla ministra Lamorgese, pur senza citarla.
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