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Unimpresa certifica: la guerra in Ucraina è già costata all’Europa 170 miliardi di euro in 6 mesi

Zelensk
EPA/SERGEY DOLZHENKO

L’analisi economica fatta dal mondo delle imprese dopo questo primo periodo di guerra in Ucraina critica non solo, ovviamente, la guerra scatenata da Putin, ma anche la risposta dell’Europa di Ursula von der Leyen che sta causando danni enormi per molti degli Stati europei, in primis Italia e Germania.
Il conto per l’Europa della guerra in Ucraina é pazzesco, pari a 170 miliardi di euro spesi in più, in meno di un anno. E gran parte di questo esborso aggiuntivo (pari all’1,3% del Pil europeo) è andato proprio alla Russia di Vladimir Putin (che si voleva annientare con le sanzioni), a causa dei prezzi energetici schizzati alle stelle.

Questa realtà emerge da uno studio del Centro studi di Unimpresa sullo scenario economico internazionale. Un panorama che potrebbe peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane a causa di un’inflazione ancora fuori controllo e stabilmente sopra l’8%. Unimpresa ricorda che, vista la situazione, la Banca centrale europea si appresta a ulteriori rialzi dei tassi d’interesse con il primo che, già a settembre, sarà di 25 o 50 punti base. Questa decisione, osserva Unimpresa, serve per contrastare il carovita ma anche per provare a sospingere la crescita economica. “L’allungamento della guerra, però, potrebbe portare a recessione in Italia e non solo”.

Il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi, ha espresso il suo parere anche sulle prossime elezioni. “Il 25 settembre deve segnare una svolta fondamentale per questo Paese, un punto per una definitiva ripartenza, perché abbiamo bisogno di una maggioranza stabile e di un governo forte, capace di ragionare sul lungo periodo”.

Nella sua analisi, Unimpresa spiega come le mosse della Bce seguano quelle della Federal reserve americana, che ha iniziato prima e con più decisione il rialzo dei tassi di interesse. Ma la stretta monetaria può avere anche un contraccolpo negativo sull’economia, contribuendo alla brusca frenata dell’economia ormai in atto dopo un 2021 di ripresa post-pandemia. L’Europa e l’Italia, infatti, rischiano seriamente la crescita zero o addirittura la recessione. Prevista infatti la crescita del fatturato italiano solo dell’1,5%, in netto ribasso rispetto al 4-4,9% ipotizzato prima della guerra in Ucraina, lo scorso ottobre.
Questa situazione – sottolinea Unimpresa – è confermata dalle motivazioni con cui la Commissione europea ha esteso anche per il 2023 il congelamento delle regole sulle finanze pubbliche il cosiddetto patto di stabilità. L’Ue guidata da Ursula von der Leyen è preoccupata per la forte incertezza causata dalla guerra, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue interruzioni delle forniture di materie prime.

Tuttavia, l’Europa concederà flessibilità solo per ridurre la bolletta dell’energia con qualche sostegno mirato: non saranno più permessi interventi generalizzati che mobilitano miliardi solo per far girare l’economia. Un avvertimento al prossimo governo, che si troverà con margini di manovra molto stretti; e non è certo che i fondi che arriveranno dal Pnrr europeo, per il quale l’Italia sembra già in qualche ritardo, saranno sufficienti a porre rimedio a una situazione molto delicata.

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