Divorzio Ferragamo, la Cassazione: “Infedele ma non perde l’assegno da 60mila euro al mese”. Lei nega i tradimenti. La battaglia legale continua
ROMA – La sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori sulla battaglia legale fra Ferruccio Ferragamo e l’ex moglie Ilaria Giusti. “E’ stata infedele ma dovrà continuare a percepire l’assegno di mantenimento”, ha sostanzialmente deciso la Suprema Corte. Che però ha rinviato tutto alla Corte d’Appello di Firenze che dovrà pronunciarsi proprio sulla questione della presunta infedeltà.
Ferragamo, nonostante i presunti tradimenti dell’ex moglie (accusa che lei respinge e invita l’ex marito a portare le prove nella sede di giustizia) dovrà continuare a emettere l’assegno, pari a 60mila euro al mese. La decisione degli Ermellini è stata riportata ieri, 3 settembre 2022, dal quotidiano romano Il Messaggero e oggi, 4 settembre, anche da altri quotidiani. Ferragamo, presidente della casa di moda fondata dal padre Salvatore, e portata avanti dalla madre Wanda, con un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di euro, dovrà inoltre aggiornare l’assegno al rialzo perché l’ex moglie dopo la separazione si è trasferita a Londra con il figlio, ora maggiorenne, e la Cassazione ha stabilito che il mantenimento deve essere adeguato al costo della vita nel Regno Unito.
Si tratta dell’ennesimo capitolo di una vicenda iniziata nel 2019. L’ex moglie voleva che la causa di divorzio venisse decisa in un tribunale britannico, mentre Ferruccio Ferragamo ha ottenuto che il giudice competente fosse quello di Firenze.
Nella decisione della Cassazione c’è anche, però, un punto a favore dell’imprenditore toscano. “La prima sezione civile della Suprema Corte, nell’ordinanza depositata ieri – scrive il quotidiano romano -, ha aperto la strada alla possibilità che l’addebito del divorzio (ossia la colpa della rottura del matrimonio) gravi sulla consorte, spiegando che all’iniziale tolleranza dell’imprenditore verso l’infedeltà della moglie si sono sommate ulteriori storie dell’ex prodotte in giudizio”.
Ferragamo, infatti “aveva chiesto di essere ammesso a provare che la predetta relazione era stata seguita da altre, in tal modo lasciando chiaramente intendere che la tolleranza da lui inizialmente manifestata era venuta meno, a causa della reiterata violazione del dovere di fedeltà che aveva determinato il fallimento dell’unione”. La parola passa ora ai giudici della Corte d’Appello di Firenze, a cui è stato rinviato.