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Forniture energetiche: proteste contro la Ue e timori di crisi finanziarie in molti paesi d’Europa

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BRUXELLES – Difficoltà in tutta Europa per i rifornimenti energetici, la gente comincia a ribellarsi alle restrizioni dovute alle conseguenze della guerra in Ucraina e alla rarefazione dei rifornimenti di gas russo.

CEKIA – Sono scesi in 70.000 per le strade di Praga, contro il caro-bollette, contro le politiche del governo, contro l’Ue e contro la guerra in Ucraina. L’esecutivo della Repubblica Ceca è stato fin dall’inizio del conflitto uno dei più duri e oltranzisti contro Mosca, tanto da aver unilateralmente dato il via da subito alla sospensione dei visti verso i cittadini russi.

AUSTRIA – Mentre a Praga sfilavano i cittadini, da Vienna giungeva conferma del salvataggio da 2 miliardi di euro della principale utility energetica del Paese, Wien Energie. Stando a quanto riportato da AFP, il cancelliere, Karl Nehammer, avrebbe confermato come quella autorizzata a favore dell’azienda sarebbe una misura di salvataggio straordinaria per assicurare che i due milioni di utenti – quasi tutti concentrati nell’area della capitale – continuassero a ricevere l’elettricità nelle case e nelle attività. Una linea di sostegno che durerà fino al prossimo aprile. Ovvero, a emergenza stagione fredda terminata.

La ragione che ha portato alla crisi è la medesima che ha costretto la tedesca Unioer a chiedere il bail-out del governo. Ovvero, prezzi del gas alle stelle sullo spot market, dopo che Mosca ha ridotto (e ora sospeso del tutto) i flussi. Da cui Wien Energie dipende pressoché totalmente. Il rischio? Un contagio finanziario, in caso di insolvenza dell’operatore della capitale.

SVEZIA – In Svezia l’esecutivo ha annunciato un pacchetto di aiuti ai produttori di elettricità come risposta alla decisione russa di bloccare del tutto i flussi verso l’Europa attraverso Nord Stream 1. Anche in questo caso, il timore è quello di un contagio finanziario dovuto al grado di leverage energetico che sta alla base del sistema produttivo scandinavo. E le valutazioni al Nasdaq Clearing di Stoccolma paiono confermare già oggi questi timori. Il governo di Magdalena Andersson è sotto pressione, poiché domenica 11 settembre nel Paese si terranno le elezioni generali e, ad oggi, l’estrema destra euroscettica dei Democratici Svedesi appare in vantaggio nei sondaggi.

GERMANIA – In Germania una crisi energetica ad ampio spettro e di lungo periodo come quella prospettata dallo stop di Gazprom a Nord Stream 1 potrebbe innescare conseguenze molto negative nel sistema produttivo e finanziario tedesco. In Germania, infatti, circa 2 trilioni di euro di valore aggiunto dell’economia dipendono da 20 miliardi di controvalore di gas russo: si parla di un leverage di 100 a 1.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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