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Riforma Patto stabilità: Commissione Ue prepara una comunicazione agli Stati membri

Ue Manovra
Valdis Dombrovskis

Da tempo si discute in Europa della riforma del Patto di stabilità, che praticamente è stato sospeso per tutto il periodo della pandemia. La Commissione sembrava intenzionata a ristabilirlo a partire dal 2023, ma ancora ci sono molte resistenze dagli Stati più in difficoltà.

Sul tema comunque tra i ministri delle Finanze dell’Ue c’è una “convergenza piuttosto ampia” sugli obiettivi, ma ora la discussione dovrà farsi più circostanziata e “il diavolo è nei dettagli”. A spiegarlo ad alcuni cronisti a margine della conferenza stampa finale dell’Ecofin informale, nel Centro Congressi di Praga affacciato sul Nuselsky Most, nel quartiere di Vysehrad, è il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis.
Tra i Paesi membri, dice, “c’è una convergenza relativamente elevata sul modo in cui proseguire nella revisione del patto di stabilità. Naturalmente, ci sono sfumature tra gli Stati. Alcuni enfatizzano di
più l’aspetto della sostenibilità del debito, altri sottolineano maggiormente la necessità di più flessibilità e spazio di manovra per gli Stati membri. Quindi, il fatto che ci sia accordo sulle grandi linee significa che il diavolo è nei dettagli.
Ora con una comunicazione ad hoc forniremo maggiori dettagli, cosa che permetterà una discussione più dettagliata e sfumata: lì vedremo come conciliare le diverse opinioni. Prepareremo la comunicazione in base a quei parametri – continua – tenendo conto anche della discussione di oggi e dei vari contributi che gli Stati hanno dato alla discussione durante i mesi precedenti”.

La comunicazione dovrebbe arrivare “verso fine ottobre”. Per Dombrovskis “è fattibile” avere le nuove regole in vigore prima che venga disattivata la clausola generale di salvaguardia, attivata nella primavera del 2020, che sospende l’applicazione delle regole, “ma dipende da come il consenso emergerà tra gli Stati membri”.

“Sappiamo che in fin dei conti – afferma Dombrovskis – uno degli elementi è la disciplina di mercato e come i mercati reagiscono alle performance di bilancio. E’ un tema che è stato sollevato durante la discussione al tavolo dell’Ecofin. Da questo punto di vista, avere un quadro regolatorio credibile e applicarlo può migliorare la percezione dei mercati e le condizioni di finanziamento degli Stati membri. Da questo punto di vista, si può parlare anche di aspetti reputazionali”, conclude.

A suo tempo due esperti italiani, Carlo Cottarelli e Giampaolo Galli, esaminando i possibili interventi sul patto di stabilità, avevano sottolineato come le regole fiscali comunitarie contenute nel Patto di Stabilita e Crescita dovessero essere modificate da un punto di vista economico, ma senza richiedere un cambiamento dei trattati europei, data la specificità giuridica di questa questione. Comunque notavano che negli ultimi due decenni profondi cambiamenti nelle regole fiscali Europee sono stati adottati senza la necessita di modificare il Trattato.

Nel 2021 la Commissione aveva lanciato un sondaggio fra i cittadini europei e i risultati sono stati elaborati nel dicembre dello stesso anno. Più del 60 per cento degli intervistati era favorevole ad avere delle regole che assicurino la stabilità delle finanze pubbliche. La maggior parte ritiene però che debbano essere modificate: circa metà dei partecipanti ritiene che le regole del deficit e del debito debbano stabilire degli obiettivi specifici per ogni paese e non comuni a tutti gli Stati.

E probabilmente, tenendo conto della volontà dei cittadini, l’Europa si dovrebbe avviare verso questa più prudente soluzione.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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