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Migranti: nuova strage di bambini nel Mediterraneo. Ne sono morti 3 in due giorni. La denuncia di Unhcr

La scoperta dell’imbarcazione dove sono morti sei siriani, fra i quali due bambini (Foto ANSA)

POZZALLO (RAGUSA) – Alarm Phone ha lanciato oggi, 13 settembre 2022, l’allerta per un barcone con 250 migranti alla deriva, tra loro ci sarebbe 80bambini: sarebbe partita da Libano circa una settimana fa ed e’ senza carburante. Cibo e acqua potabile sono finiti tre giorni fa. Chi ha chiamato ha detto che sua figlia di 3 mesi e’ morta di sete. Lo denuncia Unhcr, ossia l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

E infuria la polemica sulla morte, ieri, di sei siriani, fra cui due bambini di uno e due anni, un 12enne e tre adulti, tra cui la nonna e la madre di alcuni bambini. Tutti vittime dell’ennesimo viaggio della speranza nel tentativo di raggiungere l’Europa. Viaggiavano su un barchino insieme ad altre 26 persone, sbarcate a Pozzallo nel Ragusano da una motovedetta della Guardia costiera. Altri due migranti, una donna e sua figlia, sono stati evacuati a Malta per essere curate.

E’ la denuncia di Unhcr, presente allo sbarco e sta lavorando con le organizzazioni non governative per garantire la “necessaria assistenza” ai sopravvissuti, incluso un supporto psicologico specializzato, esprime le “proprie condoglianze” ai parenti delle vittime, alcune delle quali sono sopravvissute a un viaggio drammatico di diversi giorni. Le vittime sarebbero morte di fame e di sete. “Molte delle persone sbarcate a Pozzallo presentano anche condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni”, spiega dall’Unhcr.

“Questa inaccettabile perdita di vite umane e il fatto che il gruppo abbia trascorso diversi giorni alla deriva prima di essere soccorso – spiega Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr in Italia, Santa Sede e San Marino – evidenziano ancora una volta l’urgente necessità di ripristinare un meccanismo di ricerca e soccorso tempestivo ed efficiente, guidato dagli Stati nel Mediterraneo. Il soccorso in mare è un imperativo umanitario saldamente radicato nel diritto internazionale. Allo stesso tempo, è necessario fare di più per ampliare i canali sicuri e regolari e crearne di nuovi per fare in modo che le persone in fuga da guerre e persecuzioni possano trovare sicurezza senza mettere ulteriormente a rischio le loro vite”. Quest’anno, oltre 1.200 persone sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo.



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