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Firenze: una Sala Arbasino al Gabinetto Vieusseux

La Sala Arbasino al Gabinetto Vieusseux

FIRENZE – Una Sala Arbasino con le carte, i libri e gli arredi originali della casa dello scrittore scomparso all’età di 90 anni il 22 marzo 2020: è allestita a Palazzo Corsini Suarez a Firenze, nella sede dell’Archivio Contemporaneo Alessandri Bonsanti del Gabinetto Vieusseux. Il Fondo Alberto Arbasino, arrivato a Firenze con un imponente trasloco nel luglio 2021 grazie agli eredi dell’intellettuale, è costituito da 119 unità: faldoni e scatole di varie misure contenenti i materiali archivistici veri e propri, e cioè la corrispondenza, dattiloscritti, manoscritti e bloc notes relativi alla scrittura (e alle riscritture) dei suoi libri principali e delle sue assidue collaborazioni giornalistiche, nonché materiali a stampa che documentano il vasto orizzonte cosmopolita entro il quale Arbasino si è mosso lungo la sua operosissima carriera: rassegne stampa, ritagli, bozze, dépliant, libretti d’opera, programmi di sala e quant’altro. Questa cospicua sezione archivistica ha il suo complemento nella biblioteca dello scrittore (fatto del resto comune a vari altri Fondi dell’Archivio Contemporaneo, come quelli di Cecchi, De Robertis, Savinio, Pasolini, Pratolini ecc.), costituita da alcune migliaia di volumi, anch’essi rappresentativi della straordinaria varietà di interessi che ha sempre animato il lavoro di Arbasino, e quindi non solo letteratura italiana e straniera (moltissimi i volumi con dedica), ma anche filosofia, storia e politica, cinema, storia dell’arte, con una significativa sezione di cataloghi delle innumerevoli mostre che Arbasino ha visitato in tutto il mondo, e raccontato ai lettori con le sue estrose recensioni. Completano l’insieme alcuni mobili e arredi, che Arbasino ha donato col desiderio che venisse ricomposto in una delle sale di Via Maggio il suo studio, rappresentativo di uno spazio ormai storicizzato – quello dello “scrittore del Novecento” -, che si aggiunge e conferisce continuità a quegli ambienti ‘d’artista’ che talvolta all’Archivio è stato possibile ricostruire, come nel caso di Carlo Emilio Gadda, Alberto Savinio o Luigi Dallapiccola.

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