Juve perde ad Haifa (2-0). Ma Allegri resta. Andrea Agnelli chiede scusa ai tifosi. Milan battuto dal Chelsea (0-2) e dall’arbitro
TORINO – Andrea Agnelli, discendente di una dinastia che ha sempre avuto stile, chiede scusa ai tifosi per la sconfitta della Juve (2-0) contro il Maccabi Haifa. E Massimiliano Allegri resta. “La fiducia è assoluta” diceva, a proposito del tecnico, l’ad Maurizio Arrivabene prima della gara in Israele. Nulla sembra cambiato dopo l’imbarazzante sconfitta. Battuto anche il Milan (0-2) dal Chelsea a San Siro. Ma la oartita ha avuto la svolta con l’espulsione, del tutto ingiusta di Tomori, e con il rigore assegnato e trasformato dagli inglesi.
AGNELLI – “Non ci sono responsabilità individuali, è un problema collettivo, fisico, mentale, psicologico – è l’analisi del presidente Andrea Agnelli – Ora sono arrabbiatissimo e provo vergogna, dobbiamo chiedere scusa ai tifosi. LaJuventusè un gruppo di 80-90 persone e la colpa non può essere solo di uno se non si vince, bisogna uscirne tutti insieme”
Di esonero neanche a parlarne: “Allegri – ribadisce Agnelli – è e rimarrà il nostro allenatore. LaJuventusha sempre fatto le verifiche a fine anno e così sarà anche questa volta”. Nessun ribaltone, dunque, nell’immediato. Ma diventa ancora più delicato il derby con il Torino di sabato prossimo. Quindi, “squadra in ritiro alla Continassa .- annuncia Massimiliano Allegri, nell’intervista a Sky Sport – dobbiamo guardarci negli occhi, ci farà bene avere più tempo per lavorare e per riposare. E’ un atto dovuto alla società, ai tifosi e a noi stessi”. Per il tecnico “non è una questione tecnica o tattica, ma di cuore e di passione”.
A gettare la spugna – lui che è legato alla Juve da un contratto fino al 2025 – non ci pensa proprio: “E’ una sfida e quando la sfida diventa difficile è ancora più bella – ribatte il tecnico bianconero – bisogna uscirne con coraggio, voglia e con grande passione. Tutti devono metterselo bene in testa”. L’analisi della disfatta di Haifa è semplice: “Il più grave errore è stato caratteriale, il primo tempo è stato uno dei peggiori di sempre, si gioca troppo singolarmente e non di squadra”.
Per Cuadrado la soluzione è una sola: “Dobbiamo stare uniti, dobbiamo dare non il 100% ma il 200% e crederci finché avremo una possibilità – commenta il colombiano – ma soprattutto dobbiamo avere fiducia: in passato siamo giù usciti da situazioni difficili, abbiamo la possibilità per farlo ancora. Serve voltare pagina al più presto”. E sull’operato di Allegri Cuadrado aggiunge: “Il mister sta facendo di tutto, ma siamo tutti una squadra e siamo noi in campo a dovere dare di più, partendo proprio dai più esperti”.
MILAN – Serata di Champions amara per il Milan. La partita dei rossoneri dura appena 18 minuti. Poi la decisione choc di Siebert: rigore per il Chelsea e rosso diretto a Tomori. Milan in dieci per più di un’ora di gioco, e sotto di un gol. Finira’ 2-0 per il Chelsea, ma le chance di qualificazione dei rossoneri restano vive visto il pari tra Dinamo Zagabria e Salisburgo. Pioli aveva chiesto al Milan di dimostrare che lo 0-3 subito a Stamford Bridge era stato un episodio, e invece e’ stato proprio un episodio a dare la spinta per il nuovo, pesante ko contro i londinesi, questa volta a San Siro. In apertura di match, infatti, l’intransigente direttore di gara, fischia con sicurezza un fallo di Tomori su Mount.
Il difensore rossonero si appoggia con la mano sulle spalle dell’attaccante Blues lanciato a rete. Un gesto di lieve entità ma valutato dall’arbitro come fallo di trattenuta ed essendo una chiara occasione da gol, il rosso diventa inevitabile perché l’infrazione in questione non deriva da un tentativo di giocare la palla di Tomori ma solo di ostacolare l’avversario. Regolamento alla mano, l’espulsione è corretta una volta fischiato il fallo. Ma il dubbio è sulla valutazione del fallo stesso. Il Milan si raduna intorno a Siebert e protesta sconsolato, quasi perplesso. Pioli da bordo campo è una furia. Ma la decisione è presa, la partita compromessa. Sul dischetto va Jorginho che questa volta non sbaglia e spiazza Tatarusanu.
Il Milan cerca di riorganizzarsi, di non abbattersi. Ma contro una squadra che ha speso 300 milioni in una sessione di mercato, diventa un’impresa impossibile. Al 27′ i rossoneri avrebbero anche l’occasione clamorosa del pari ma Giroud di testa, libero in area, non inquadra la porta. Errore che sembra una condanna sull’esito della sfida e a complicare tutto c’è una gestione della gara da parte di Siebert che lascia perplessi giocatori e tifosi. Sei i cartellini estratti nel primo tempo (dieci totali a fine gara), tanti per il metro solitamente utilizzato in Europa. Ad affossare le ultime speranze del Milan è Aubameyang al 34′ che concretizza una bella azione corale iniziata da Kovacic con assist del solito Mount.
Doveva essere la partita della rivincita e del riscatto per il Milan, dopo il 3-0 dell’andata, invece l’evoluzione della sfida lascia l’amaro in bocca. Le speranze di qualificazione, però, non sono spente. Il pari tra Salisburgo e Dinamo Zagabria tiene ancora aperti i giochi. E’ il Chelsea a guidare la classifica, Salisburgo e Milan seguono a 4 punti, poi la Dinamo Zagabria a 3. Decisive saranno le ultime due partite. Anche se per molti tifosi è facile rievocare i torti arbitrali subiti lo scorso anno in Champions League contro l’Atletico Madrid e sui social si grida alla costante e alla mancanza di rispetto in campo internazionale.
Al Milan, comunque, va il merito di non essersi scomposto, riuscendo anche a costruire qualche buona chance ma vanificata dalle conclusioni imprecise, come quella largamente fuori misura di Dest. Negli ultimi minuti, Pioli concede un po’ di riposo a Leao, Theo Hernandez, Giroud. La testa corre già al Verona, avversario di domenica in campionato. Alla Champions si penserà tra dieci giorni, nella bolgia infuocata di Zagabria il Milan sarà obbligato a vincere. Non ci sarà Tomori, squalificato dopo l’espulsione di oggi ma potrebbe tornare Maignan o qualche altro infortunato. Ora Pioli dovrà cancellare due partite dalla mente dei giocatori, andata e ritorno, sperando che non sia già troppo tardi per raggiungere l’obiettivo chiesto dal club, la qualificazione agli ottavi.