Terremoto L’Aquila, risarcimenti: “Ci fu concorso responsabilità (30%) delle vittime”. Sentenza choc del Tribunale
L’AQUILA – Dopo oltre tredici anni dall’evento arriva una sentenza choc del Tribunale de L’Aquila che, giudicando sui risarcimenti richiesti dai parenti delle vittime, afferma che … in buona parte è stata colpa delle stesse vittime.
“E’ fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso che tenuto conto dell’affidamento che i soggetti poi defunti potevano riporre nella capacità dell’edificio di resistere al sisma per essere lo stesso in cemento armato e rimasto in piedi nel corso dello sciame sismico da mesi in atto, può stimarsi nella
misura del 30 per cento. Ne deriva che la responsabilità per ciascun Ministero e’ del 15 per cento e per il residuo 40 centro in capo agli eredi del costruttore Del Beato”.
La richiesta di risarcimento da parte dell’Avvocatura dello Stato verso i proprietari degli appartamenti del palazzo di via Campo di Fossa a l’Aquila dove, a causa del crollo imputabile al sisma – avvenuto nell’aprile 2009 – morirono 24 persone, e’ stata accolta dalla sentenza del giudice del tribunale civile dell’Aquila Monica Croci.
Dopo la tragedia gli eredi delle vittime avendo dalla loro parte perizie che attestavano irregolarità in fase
di realizzazione dell’immobile e una “grave negligenza del Genio civile nello svolgimento del proprio compito di vigilanza sull’osservanza delle norme poste dalla legge vigente, in tutte le fasi in cui detta vigilanza era prevista”, hanno citato in giudizio (per milioni di euro di danni) ministero dell’Interno e ministero delle Infrastrutture e Trasporti per le responsabilità della Prefettura e del Genio Civile per i mancati controlli durante la costruzione, il Comune dell’Aquila per responsabilità analoghe e le eredi del costruttore Del Beato per le responsabilità in fase di costruzione.
I ministeri hanno chiamato in causa il condominio imputandogli una responsabilità oggettiva, cioé senza colpa, ma derivante solo dal fatto di essere proprietario della costruzione. In particolare il tribunale, ha riconosciuto una corresponsabilità dei ragazzi morti pari al 30% perché ha ritenuto siano stati imprudenti a non uscire dopo la seconda scossa, ha condannato i Ministeri e le eredi Del Beato, mentre ha respinto le
domande nei confronti del Comune e nei confronti del condominio.
L’inchiesta penale era stata archiviata quasi nell’immediatezza dell’avvio della maxi inchiesta sui crolli (220 quelli definiti) da parte dei pm Alfredo Rossini (ex Procuratore capo) Fabio Picuti e Roberta D’Avolio in quanto i presunti responsabili all’epoca identificati quali indagati, erano deceduti nel corso degli anni.