Senato: Ignazio La Russa eletto presidente con 116 voti. 65 le schede bianche. Prima c’era stata fibrillazione con Berlusconi
ROMA – Ignazio La Russa è stato eletto presidente con 116 voti, 65 le schede bianche, 2 voti a testa a Segre e Calderoli. Forz Italia non ha votato. Il raggiungimento del quorum previsto di 104 voti è stato accompagnato da un applauso dell’Aula.
Prima dell’elezione ha fatto notizia il colloquio, molto vivace, nell’Aula del Senato tra lo stesso La Russa e Berlusconi: in un video l’ex premier non nasconde la sua irritazione, ha un gesto di stizza agitando la mano nel segno di mandare a quel paese il suo interlocutore. L’ex presidente del Consiglio prima ascolta l’ex ministro della Difesa, poi reagisce innervosito. Il motivo lo ha spiegato nella riunione con i suoi: non accetta un metodo nella composizione dell’esecutivo che, secondo i senatori di FI, e’ quello adottato dal premier Draghi.
Cosi’ non possiamo votare – e’ il ‘refrain’ di tutti i presenti alla riunione – non si possono mettere veti. Prima di entrare in Aula Berlusconi si era intrattenuto anche con Salvini e con altri esponenti di FI, ribadendo la contrarieta’ per il no del presidente di Fdi Meloni su alcuni dicasteri richiesti, tra questi quello della Giustizia, e sul no di Fdi al nome per il governo della vicepresidente dei senatori azzurri Ronzulli.
Dopo l’elezione, il neo presidente La Russa ha parlato in Aula. Ecco la sintesi del suo intervento: “Anche in questa legislatura ci si aspetta e si parlerà di riforme. Non dobbiamo favoleggiare il ‘tutto e subito’, ma soprattutto non bisogna temerle. Bisogna provare a realizzarle insieme. E al Senato può spettare il via alla necessità di aggiornare – non la prima parte che è intangibile – ma quella parte della Costituzione che dia più capacità di dare risposte ai cittadini e di appartenere alla volontà del popolo”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa aggiungendo di credere “che il Senato possa farlo, in vari modi: l’importante ci sia volontà politica di realizzarle queste riforme”.
“Ho voluto omaggiare, non proforma ma dal cuore, portare fiori alla senatrice a vita Segre che ha parlato di tre date alle quali non voglio fuggire: il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno. Io vorrei aggiungere la data di nascita del Regno d’Italia che prima o poi dovrà assurgere a festa nazionale. Queste date tutte insieme vanno celebrate da tutti perchè solo un’Italia coesa e unita è la migliore precondizione per affrontare ogni emergenza e criticità”.
“Il mio è un compito di servizio, non devo cercare oggi agli applausi, non devo dire parole roboanti o captare la vostra benevolenza. Lo dovrò fare ogni giorno, le scelte che dovrò fare a volte piaceranno a volte non piaceranno. Non c’è bisogno di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti”. Conclude così Ignazio La Russa il suo primo discorso da presidente del Senato suggellato da un lungo applauso.