Tasse: pressione fiscale al 43,8% nel 2022. Record storico, afferma la Cgia di Mestre
MESTRE – La pressione fiscale in Italia ha raggiunto il 43,8% nel 2022 (con il governo Draghi) un livello mai toccato in precedenza. Lo segnala l’Ufficio studi della Cgia secondo il quale il record storico raggiunto quest’anno, comunque, non è riconducibile a un aumento della tassazione su famiglie e imprese, ma dall’interazione di tre aspetti congiunturali distinti. Il primo da un forte aumento dell’inflazione, che ha fatto salire le imposte indirette; il secondo dal miglioramento economico e occupazionale avvenuto nella prima parte dell’anno, che ha favorito la crescita delle imposte dirette e il terzo dall’introduzione nel biennio 2020-2021 di molte proroghe e sospensioni dei versamenti tributari, agevolazioni che sono state cancellate per il 2022.
E quando si analizza la pressione fiscale degli altri Paesi dell’UE, per ragioni di omogeneità dei dati si deve far riferimento alla pressione fiscale ufficiale, sottolinea ancora la Cgia. Infatti, le regole che impongono di registrare come maggiore spesa e non come minore entrata molti sgravi fiscali e sovvenzioni, come ad esempio l’assegno unico per i figli a carico, sono uguali per tutti i Paesi.
Chiarito questo punto, gli ultimi dati a disposizione riferiti al 2021, ci dicono che nell’Ue a 27 l’Italia è al quinto posto. Solo Danimarca (49 per cento del Pil), Francia (47 per cento), Belgio (45,4) e Austria (43,6) presentano un carico fiscale superiore al nostro (43,4% per il 2021, passato al 43,8% per il 2022). Se in Germania la pressione fiscale è 42,3 per cento, in Spagna è al 38,8 per cento e in Irlanda (paese che registra il livello più basso di tutta Ue) è addirittura al 21,7%.