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Redazione 3b3bfa20

Migranti, si allentano le tensioni: Meloni vede Michel a Bali. Incontro a Bruxelles fra gli ambasciatori dei 27

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ANSA/STUART BROCK

La questione migranti resta sempre all’ordine del giorno non solo in Italia, dove le opposizioni si scagliano contro il governo, ma anche in sede Ue e al G20 di Bali. Andiamo con ordine.

Dopo la telefonata fra Macron e Mattarella il dissidio fra Francia e Italia sembra attenuarsi, tanto che, al termine del recente vertice di Bruxelles il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che “con la collega francese in Consiglio Affari Esteri i toni sono stati positivi. Le parole di Mattarella e Macron sono state chiare, non vogliamo aprire polemiche nei confronti della Francia e della Germania. I toni oggi non erano di frattura. Mi sembra ci fosse la volontà di tutti di cercare e trovare una soluzione europea” sui migranti”, ha aggiunto.

Per questo l’Italia ha chiesto “una riunione congiunta dei ministri degli Esteri e dell’Interno europei”. ha spiegato Tajani.

Una risposta positiva dell’Europa viene già da Bali dove, in un incontro al margine dei lavori G20, la premier Giorgia Meloni ha discusso del tema con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. “Diverse le questioni europee toccate, compreso il tema della migrazione, che sarà presto affrontato dall’Unione Europea”, affermano alcune fonti.

A quanto si apprende, il tema migrazione sarà già domani, 16 novembre, sul tavolo della riunione dei rappresentanti dei 27 Stati (Coreper). Sulla questione si esprimerà l’Italia che, come seguito all’intervento del ministro degli Esteri Antonio Tajani al Consiglio Affari Esteri, avanzerà una richiesta di un intervento a breve, medio e lungo termine sul dossier flussi, proponendo un calendario serrato per costruire un insieme di proposte a livello comunitario. Un progresso evidente rispetto alla situazione di scontro dopo le dichiarazioni del governo francese.

Nel frattempo l’agenzia europea che presiede alle migrazioni, Frontex, ha diffuso dati preoccupanti rispetto al fenomeno. “Nei primi 10 mesi di quest’anno sono stati registrati 275.500 ingressi irregolari alle frontiere esterne dell’Ue. L’aumento è del 73% rispetto al 2021, e dato più alto dal 2016”. Lo afferma un report preliminare di Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.

“La rotta del Mediterraneo centrale ha registrato un aumento del 48% nel numero di attraversamenti irregolari rilevati nel periodo gennaio-ottobre, salendo a 79.140, il che la rende la seconda rotta migratoria più attiva verso l’Ue” dopo quella dei Balcani occidentali, che ha registrato un livello di flussi triplicato rispetto allo scorso anno.

Poiché si prevede che questi flussi non cesseranno, ma anzi saranno destinati ad aumentare, è necessario che le istituzioni Ue, a cominciare dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen, finora incapace di governare il fenomeno, adotti per l’immigrazione con i 27 Stati europei lo stesso sistema sostanzialmente coercitivo che ha messo in atto per contrastare la pandemia e sostenere l’Ucraina.

La solidarietà in tema di accoglienza non deve essere più soltanto uno slogn, come è stato finora anche con le Commissioni Ue precedenti, ma diventare una vera e propria politica che miri ad aiutare le popolazioni dei Paesi dai quali provengono i flussi e a regolare e redistribuire equamente gli arrivi, senza sacrificare solo alcuni Stati quelli più esposti per la loro posizione geografica, a beneficio di altri, frugali ed egoisti. Tenendo conto che ormai Grecia, Cipro, Malta e soprattutto Italia non sono ormai più una frontiera nazionale, ma europea.

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