Firenze, traffico internazionale di droga: 12 arresti. Inchiesta della Dda. I complimenti del prefetto Valenti
FIRENZE – Sono 12 le misure cautelari, eseguite dalla Guardia di Finanza di Firenze e Prato, con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacente. Su un’ordinanza del gip del tribunale di Firenze, emanata su richiesta della Direzione distrettuale antimafia fiorentina, è stata disposta la custodia cautelare per 10 soggetti, di cui otto in carcere e due agli arresti domiciliari, oltre a un obbligo di dimora nel comune di residenza e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini – per le quali il prefetto, Valerio Valenti, ha rivolto i suoi complimenti agli investigatori – hanno individuato una ramificata struttura transnazionale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, composta da cittadini albanesi, rumeni e magrebini. L’organizzazione, che secondo gli inquirenti aveva la base operativa a Prato, avrebbe fatto giungere nel circondario fiorentino ingenti quantitativi di sostanza stupefacente per poi rivenderlo sul territorio nazionale. Il sodalizio criminale risultava strutturato in modo tale da curare sia l’approvvigionamento della sostanza stupefacente all’estero, che l’importazione in Italia, la lavorazione e lo spaccio. Nel corso delle indagini, iniziate durante il periodo pandemico, sono già state tratte in arresto in flagranza otto persone e sequestrati complessivamente oltre 4,5 kg. di cocaina, 30 kg di marijuana, 110 kg di hashish, oltre a 32.885 euro in contanti, tre autovetture e 32 telefoni cellulari.
L’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Firenze è partita del 2020 in piena pandemia a seguito dell’arresto di alcuni pusher. Poi gli investigatori della guardia di finanza sono risaliti ai vertici della presunta organizzazione criminale, composta da sei cittadini albanesi, cinque maghrebini e un rumeno. La banda, secondo quanto ricostruito, era ben strutturata e aveva sede tra Firenze e Prato: c’era chi importava la droga dalla Spagna e dall’Olanda, nascosta nel doppio fondo delle automobili. Una volta che i carichi arrivavano in Toscana, c’era chi si occupava dello stoccaggio e del taglio della cocaina. Infine, lo stupefacente veniva venduto ad altre organizzazioni criminali sull’intero territorio nazionale.