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Migranti e navi Ong: Piantedosi illustra i dati. La Ue apre all’Italia: “Disposti ad aiutarla”

Piantre
Matteo Piantedosi, ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA – Dopo le polemiche e gli scontri verbali la Ue apre all’Italia sul tema dell’accoglienza ai migranti, per la maggior parte economici, e quindi clandestini, che arrivano in massa sulle nostre coste, trasportati in buona parte dalle navi Ong. Il ministro Piantedosi incontrerà la Commissaria Johansson e intanto illustra in Parlamento il quadro della situazione.

JOHANSSON – “Sugli arrivi sui migranti in Italia “siamo pronti a dare sostegno e ad aiutare in questa situazione. E avrò anche l’opportunità di incontrare il nuovo ministro italiano in Germania e questa è forse una cosa di cui discuterò”, ha detto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, incontrando la stampa dopo la riunione del Collegio dei commissari. In Germania il ministro Matteo Piantedosi è atteso alla riunione del G7 dell’Interno.

PIANTEDOSI – Intanto Piantedosi, al centro degli attacchi delle opposizioni, ha illustrato la situazione dell’immigrazione, con particolare riferimento all’azione delle navi Ong.

Sull’immigrazione “agiamo con umanità e fermezza: non abbiamo nessuna intenzione di venire meno ai doveri dell’accoglienza, ma in Italia non si entra illegalmente, la selezione non la fanno i trafficanti di esseri umani”, ha detto il ministro.

“Ci sono 100mila migranti nel sistema di accoglienza e le prefetture segnalano una saturazione dei posti disponibilità e criticità. Nel 2022 si registrano 69mila richieste di asilo, il 56% in più rispetto allo scorso anno. Ed il 57% di quelle esaminate si sono concluse con i diniego; significa che la maggioranza dei migranti che arrivano in Italia è spinta da motivazioni economiche e non ha titolo di restare qui” , ha detto Piantedosi nell’informativa al Senato.

“La presenza di navi ong continua a rappresentare un fattore di attrazione, un ‘pull factor'” per i flussi di migranti e sono importanti anche per “le organizzazioni criminali che basano il loro modus operandi sulla presenza di assetti ong nell’area”.

“L’individuazione del ‘place of safety’ avrebbe dovuto esser fatta dallo Stato competente dell’area Sar Malta in cui le navi sono intervenute, Libia e Malta, e poi dallo Stato di bandiera. La richiesta del ‘pos’ deve arrivare dallo Stato di bandiera delle navi non dalle ong. Queste navi agiscono in modo autonomo compromettendo anche la capacità di fare operazioni di salvataggio. E’ quindi legittimo considerare il transito di queste imbarcazioni non inoffensivo”.

“C’è chi, anche da posizioni oggi critiche nei confronti dell’azione del Governo, ha sostenuto in passato la necessità di una razionale regolamentazione degli ingressi per favorire l’occupazione nei settori lavorativi trascurati dagli italiani; e chi sosteneva che aprire i porti fosse da irresponsabili, che rischiava di indurre a partire migliaia di persone difficilmente integrabili e che non saremmo stati in grado di accogliere, affermazione che proveniva anche da chi ha definito in questi giorni la nostra posizione un disastro e una sceneggiata”. “Comprendo – aggiunge Piantedosi – che per qualcuno cambiare opinione possa essere anche sempre possibile, ma osservo che temi così delicati vanno affrontati con maggiore ispirazione alla coesione tra le istituzioni”.

“Nel periodo che va dall’1 gennaio 2021 al 9 novembre 2022 le ong, nell’ambito di 91 eventi di sbarco, hanno portato sulle coste italiane 21.046 migranti, di cui 9.956 nel 2021 e 11.090 nel 2022”. Così il ministro dell’Interno aggiungendo che “secondo i dati Frontex, sul totale degli ingressi irregolari nel territorio dell’Unione nel 2022, gli attraversamenti lungo il canale di Sicilia rappresentano la rotta principale degli ingressi illegali diretti in Europa via mare. Tali ingressi sono incomparabili ai flussi via terra per oneri, modalità tecnico-operative e complessità di scenari di intervento”.

Il ministro ha quindi ricordato che gli oltre 90.000 ingressi di migranti del 2022 mostrano un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo del 2021, “incidendo pesantemente sul sistema di accoglienza nazionale già provato dagli arrivi dall’Ucraina, oltre 172.000 persone accolte in Italia”.

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