Morti da batteri resistenti: Italia seconda nella Ue, dopo la Grecia. Lo afferma il centro europeo Ecdc
BRUXELLES – L’Italia è stata d’esempio per le vaccinazioni a tappeto anticovid, come ripete sempre l’ormai ex-ministro Speranza, ma è in testa in Europa quanto a morti da batteri resistenti, seconda solo alla Grecia. Evidentemente tutta l’attenzione concentrata sulla diffusione dei vaccini all’intera popolazione potrebbe essere andata a discapito di altre azioni di prevenzione, come hanno lamentato più volte le Associazioni dei malati di tumore..
Tra il 2016 e il 2020 Grecia e Italia sono stati i Paesi europei con più decessi attribuibili a batteri resistenti agli antibiotici. Sono i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Nei quattro anni considerati, in Grecia i morti da infezioni resistenti sono stati 20 ogni 100mila abitanti, 19 in Italia. In generale, indica l’Ecdc, la resistenza agli antibiotici fa 35mila morti ogni anno in Europa (Ue e spazio economico europeo) e i numeri sono in aumento.
Anche il carico complessivo di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è stato stimato essere il più alto in Grecia e Italia. Inoltre, secondo un altro indicatore che misura la gravità delle malattie – il Daily, cioè l’attesa di vita corretta per disabilità – gli anni persi a causa dei batteri antibiotico-resistenti sono stimati essere di più nei due Paesi citati.
Il maggior numero di malattie è stato causato da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, seguito da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione. La tendenza all’aumento di patologie legate a batteri resistenti è stata generale nel 2016-20, con un rallentamento dal 2019 al 2020.
Nei 30 Paesi dello Spazio economico europeo (i 27 Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein) si sono registrate tendenze in aumento significativo sia nel numero stimato di infezioni e sia nei decessi attribuibili alla resistenza agli antibiotici. In particolare, è stata osservata una significativa tendenza all’aumento del numero stimato di infezioni in 18 paesi (Cipro, Cechia, Danimarca, Finlandia , Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Romania, Slovacchia e Svezia) e una significativa tendenza al ribasso in dieci Paesi (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Slovenia).
Ma l’Italia resta in testa, a un’incollatura dalla Grecia, in questa poco commendevole classifica.