
Macron: “Non credo di essere al centro dell’inchiesta della procura di Parigi”. Ma i magistrati vanno avanti

PARIGI – Il presidente francese Emmanuel Macron dice di non credere di essere al “centro dell’inchiesta” e di ritenere “normale che la giustizia faccia il suo lavoro”. Il riferimento è all’indagine aperta dalla procura sui legami tra la società di consulenza McKinsey e le campagne elettorali del 2017 e del 2022.
I giudici devono indagare “in piena indipendenza”, ha fatto sapere l’Eliseo, commentando a caldo la notizia. La presidenza ha dichiarato all’Afp di aver “preso atto della comunicazione della Pnf relativa all’apertura di due indagini a seguito di denunce presentate da funzionari eletti e associazioni”. Ed ha aggiunto: “Spetta alla magistratura condurre queste indagini in totale indipendenza”.
Nel comunicato diffuso questo pomeriggio, la procura evoca una possibile “tenuta non conforme dei conti della campagna elettorale” di Macron oltre che una “minorazione di elementi contabili in un bilancio di campagna elettorale”. A condurre le inchieste che sfiorano il vertice della République, sono tre giudici istruttori, con il supporto dei servizi della Gendarmerie Nationale. Tra i magistrati, anche Serge Tournaire, giudice di lungo corso, lo stesso che mise sotto inchiesta l’ex premier Francois Fillon nel 2017 nel caso degli impieghi fittizi alla moglie Penelope in parlamento (il cosiddetto Penelopegate), nonché l’ex presidente Nicolas Sarkozy nel caso Bygmalion.
In Francia il capo dello Stato è protetto dall’immunità penale, prevista dall’articolo 67 della Costituzione. Nel comunicato, il procuratore Bohnert ricorda che la giustizia di Parigi ha già aperto un’inchiesta preliminare sul caso McKinsey il 31 marzo scorso e il 24 maggio le forze dell’ordine hanno perquisito la sede parigina della multinazionale Usa.