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Pensioni: torna il contributo di solidarietà su quelle più alte. Lo prevede la bozza della manovra

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/ FILIPPO ATTILI

Nella bozza della manovra inviata dal governo a Bruxelles, fra le coperture previste spunta anche un assegno di solidarietà per le pensioni alte, in misura non ancora definita.
La bozza circolata in questi giorni manca di alcuni articoli fondamentali ancora vuoti, come quelli sugli extraprofitti, su un non specificato “contributo di solidarietà temporaneo” e sulla “vendita di beni tramite piattaforme digitali”, che richiama un’eventuale web tax. Il che vuol dire che l’introduzione delle misure è già decisa, ma si discute sulle modalità di attuazione.
La Relazione tecnica nella quale la Ragioneria precisa l’impatto di ogni misura non viaggia accoppiata all’articolato emerso finora. E il Dpb, che contiene solitamente lo scheletro di entrate e uscite, permettendo di individuare almeno a grandi linee gli importi delle varie misure, è stato inviato a Bruxelles e al Parlamento ma non è ancora stato pubblicato, rileva il Sole 24 Ore.
Nella bozza del decreto legge è prevista una misura di nuovo taglio alle pensioni alte, ma si legge solo il titolo dell’art27, che così recita: “contributo di solidarietà temporaneo”.
Non ci meraviglia che tale contributo sulle pensioni alte venga riproposto dal governo presieduto da Giorgia Meloni e vicepresidente Salvini. Proprio la Meloni a suo tempo fu una delle principali sostenitrici del contributo di solidarietà, così come la Lega e le sinistre, mentre si oppose solo Forza Italia.
Ricordiamo che l’ultimo contributo di solidarietà, disposto per l’ultima volta nel 2019 fu applicato per tre anni e non per i cinque previsti, a seguito di una sentenza della Consulta, che comunque dichiarò la legittimità del provvedimento.
A seguito di questa pronucnia, a partire dal 1 gennaio 2022 non fu più applicato il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro, cioè sugli assegni superiori a 100.000 euro lordi annui. La misura ha terminato la propria vigenza il 31 dicembre del 2021, così come previsto dalla legge di Bilancio 2021 che abbreviò il periodo di applicazione da 5 a 3 anni in ottemperanza all’orientamento della Corte Costituzionale.
Come noto, a prevedere questo prelievo fiscale ai pensionati d’oro è stata la Legge di Bilancio 2019, approvata dal governo Conte 1, la quale ha disposto – dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2023 – il contributo di solidarietà in misura proporzionale all’importo dell’assegno. Periodo poi accorciato, come detto, al 31 dicembre 2021.
Ricordiamo che allora il contributo si applicava alle pensioni superiori a 100.000 euro annui lordi, secondo le riduzioni percentuali scaglionate in base all’importo dell’assegno riconosciuto. Nella misura di: da 100.000,01 a 130.000,00 euro: 15%; da 130.000,01 a 200.000,00 euro: 25%; da 200.000,01 a 350.000,00 euro: 30%; da 350.000,01 a 500.000,00 euro: 35%; da 500.000,01 euro in poi: 40%.
Questa riduzione iniqua è stata dunque sospesa per meno di 1 anno. Adesso si prepara un taglio che sicuramente colpirà le pensioni a partire da un livello più basso di quello precedente. E ancora una volta a pagare per sostenere chi non riesce a andare avanti, ma anche fannulloni, evasori e persone che vivono di espedianti e non pagano le tasse, sarà solo una categoria di percettori di reddito pensionistico, in barba alla disposizione costituzionale che prevede che ogni cittadino paghi le tasse in proporzione al proprio reddito. ma ormai, da oltre 10 anni si fa strame di alcuni articoli della Costituzione per ragioni dimopportunità polityica, col beneplacito della Corte costituzionale e nel silenzio dei Presidenti della repubblica


Ezzelino da Montepulico


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