Pnrr Italia: allarme di Fitto, spesi meno fondi fino a settembre 2022. Già in azione la troika della Ue
ROMA – Dopo una verifica dello stato di attuazione del Pnrr Italia, al settembre 2022, il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto fa sapere che nei prossimi giorni verrà comunicata la reale situazione di spesa del Pnrr. All’inizio, ricorda, la previsione di spesa del piano nazionale di ripresa e resilienza era di 42 miliardi di euro alla fine di quest’anno, questa programmazione è stata rivista al ribasso a 33 miliardi e poi ridotta a settembre a 22 miliardi.
“Nei prossimi giorni noi prenderemo atto di quanto si è speso ma temo che la percentuale di spesa non sarà molto alta e sarà distante dai 22 miliardi di euro. L’indicatore della spesa è molto preoccupante, perché se mettiamo insieme tutte le risorse disponibili e le proiettiamo al 2026 è chiaro che c’è bisogno di un confronto a livello europeo e nazionale”.
Intanto è già in azione a Roma la troika Ue mandata celermente da von der Leyen per controllare i conti del governo considerato sovranista, mentre in precedenza nessuna ispezione era stata attuata, anzi i fondi erano stati inviati sulla base della documentazione inviata da Draghi. Adesso invece la task force Ue intende fare le pulci al nuovo governo, ha già avuto un incontro con i tecnici del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e ha in corso incontri tecnici di routine al Mef, mentre oggi dovrebbe esserci anche un appuntamento al ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr. E venerdì tutto si concluderà con l’evento annuale sul Pnrr a cui parteciperanno anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni.
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha posto il problema degli obiettivi del Pnrr a confronto con il forte balzo del carovita. “Dovremo rivedere il Pnrr con l’Europa, perché a causa dell’inflazione, solo il mio ministero dell’Ambiente per gli interventi ha un onere maggiore di 5 miliardi, sui 35 previsti, O si taglia sulle opere, o non ci stiamo dentro”. Ma è problema comune anche ad altri Stati Ue.