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Livorno: sequestrate 126 tonnellate di mangimi per animali non in regola dalle Dogane

Dogane Ansa
I controlli dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane

LIVORNO – Gli animalisti dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) hanno deciso di presentare un esposto alla procura di Livorno sulla vicenda delle 126 tonnellate di mangimi per animali da allevamento che le Dogane hanno sottoposto a sequestro amministrativo oggi, 13 dicembre, prima che venissero esportate via nave in Nigeria, a causa di irregolarità nelle etichettature.

L’esposto, spiega Aidaa, servirà anche a chiedere “verifiche in merito alla produzione dei prodotti effettivamente destinati ai cani e gatti anche qui in Italia. In particolare gli animalisti chiedono verifiche sulla composizione di crocchette e cibo umido in merito a quanto dichiarato sulle etichettette dei prodotti commercializzati”.

I funzionari dell’Agenzia, con il supporto del personale dell’Ufficio Veterinario Adempimenti Toscana – Posto di Ispezione Frontaliera Livorno/Pisa, hanno operato il sequestro mangimi in esportazione per la Nigeria, per divieti connaturati all’esportazione. Erano dentro cinque container. Si trattava, spiegano le Dogane, di una partita di mangimi dichiarata come “mangime per animali da compagnia” (pet food), contenente il 25% di Proteine animali trasformate (Pat) di ruminanti, la cui documentazione generava perplessità e non era ritenuta soddisfacente. Dalla verifica ‘fisica’ emergeva una evidente criticità in merito alle etichette poste sui sacchi, che indicavano la dicitura “raw material for production of animal feed” – ovvero “materia prima per la produzione di mangime per animali” -, che è una indicazione generica, senza che fosse specificata la destinazione all’utilizzo per la produzione di pet food. Inoltre la merce presentava le componenti disaggregate, non particolarmente polverulente e fortemente sgrassate, tali da renderle difficilmente utilizzabili direttamente come mangimi per pet food. Tale mangime, per le caratteristiche evidenziate e rilevate all’atto della verifica, avrebbe potuto essere utilizzato dal destinatario come mangime per animali da reddito (per esempio pesci da acquacoltura o animali da allevamento).

I Regolamenti di settore vietano l’esportazione di mangimi contenenti Pat di ruminanti, tranne nei casi in cui il mangime sia un mangime finito e destinato esclusivamente agli animali da compagnia


Gatto

Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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