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Natale 2025
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Riciclaggio: la Procura di Firenze archivia le accuse a Marco Carrai e alla moglie

Marco Carrai
Marco Carrai

FIRENZE – Il tribunale di Firenze ha archiviato, “per infondatezza della notizia di reato”, l’inchiesta in cui i coniugi Marco Carrai e Francesca Campana Comparini insieme ad una imprenditrice del Togo sono stati indagati per riciclaggio nel 2019.

Al centro del dossier, vi era un sequestro amministrativo di circa 80 mila euro all’aeroporto di Firenze, eseguito il 15 novembre 2019 dall’Agenzia della dogane per violazione della normativa in materia valutaria. Secondo la procura “la vicenda pure avendo non pochi elementi di opacità non può essere ricondotta a un’ipotesi di riciclaggio”.

Nella richiesta di archiviazione viene ricostruita la vicenda che ha dato il via alle indagini. La donna africana, durante un controllo, fu trovata in possesso di quasi 160 mila euro e, secondo quanto emerso, riferì agli operanti che il denaro era destinato all’acquisto di divise per 20 squadre di calcio che avrebbero dovuto partecipare a un torneo internazionale. Quello stesso giorno Marco Carrai avrebbe contattato un responsabile dell’agenzia delle dogane affermando che la donna era una conoscente della moglie Francesca, che sarebbe stata assistente del presidente del Togo e che quel denaro doveva essere utilizzato per l’acquisto di una casa e di magliette.

L’imprenditrice, che, secondo quanto ricostruito, non si era avvalsa di alcuna immunità diplomatica e non aveva fatto riferimento al presidente del Togo, prima di ripartire dall’Italia fu sottoposta a perquisizione e disse agli investigatori che il denaro che era rimasto lo aveva consegnato a Francesca Campana Comparini. Nel corso della perquisizione veniva trovato anche un contratto di affitto relativo a un immobile in via dell’Erta Canina senza le complete indicazioni del conduttore.

“L’ulteriore attività investigativa – sempre secondo la procura nella sua richiesta di archiviazione al gip – non ha permesso di provare la provenienza illecita del denaro introdotto in Italia dalla imprenditrice del Togo e consegnata a Campana Comparini”.



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