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Covid Italia e Toscana: contagi e morti in calo. Vaccinazioni al palo. I dati della Fondazione Gimbe

Gimbe

ROMA – Scendono del 38,2% i nuovi casi, i ricoveri (-16,8%) e le vittime di Covid (-25,7%) in Italia. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 6-12 gennaio 2023, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (84.060 rispetto a 135.977) e decessi (576 rispetto a 775). In calo anche i casi attualmente positivi (353.643 contro 406.182), le persone in isolamento domiciliare (346.912 rispetto a 398.147), i ricoveri con sintomi (6.421 contro 7.716) e le terapie intensive (310, erano 319).

“Sul fronte dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si registra una forte diminuzione (-38,2%): dai 135 mila della settimana precedente crollano a quota 84 mila, con una media mobile a 7 giorni sopra i 12 mila casi al giorno. I nuovi casi calano in tutte le Regioni: dal -10,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al -50,3% della Liguria. In tutte le Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -4,8% di Crotone al -60,9% di Sassari). In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti”.

TOSCANA – Anche in Toscana tutte le province sono in netta discesa nell’incidenza dei nuovi casi per 100.000 abitanti rispetto alla settimana precedente; a Massa Carrara c’è stato il calo più netto (125 casi per 100mila abitanti pari al -54,9%), in quella di Prato invece quello meno consistente (87 casi per 100.000 abitanti pari al -17,7%) che è meno della metà della percentuale media regionale. Così le altre province: Livorno 155 casi/100mila (-34,1% rispetto alla settimana precedente); Arezzo 132 (-34,7% sulla settimana precedente); Lucca 124 (-36,6%); Grosseto 116 (-37,7%); Pisa 114 (-46,3%); Siena 114 (-39,9%); Firenze 86 (-35,4%); Pistoia 71 (-39,9% rispetto alla settimana precedente).

“Per quanto riguarda gli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – calano i ricoveri in area medica (-16,8%) e in terapia intensiva (-2,8%)”. In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 novembre, sono scesi a quota 310 il 12 gennaio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a quota 6.421 il 12 gennaio (figura 6). Al 12 gennaio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 10,1% in area medica (dallo 0% della Valle D’Aosta al 30,8% dell’Umbria) e del 3,1% in area critica (dallo 0% della Valle D’Aosta al 7,9% dell’Umbria). “In diminuzione il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 28 ingressi/die rispetto ai 36 della settimana precedente» (figura 8). Al 12 gennaio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 10,1% in area medica (dallo 0% della Valle D’Aosta al 30,8% dell’Umbria) e del 3,1% in area critica (dallo 0% della Valle D’Aosta al 7,9% dell’Umbria)”.

Restano invece al palo le vaccinazioni anti Covid in Italia. Solo il 30% di anziani e fragili ha la quarta dose con nette differenze regionali: dal 13,6% della Calabria al 43,8% del Piemonte. Il monitoraggio settimanale Gimbe riferisce nella settimana 6-12 gennaio appena 639 rispetto ai 640 della settimana precedente (-0,2%), sostanzialmente inviariati. Al 13 gennaio sono state 6,78 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Al 13 gennaio sono state somministrate 40.439.490 terze dosi, in media di 1.078 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 1.257 della settimana precedente.

“Purtroppo la campagna vaccinale rimane sostanzialmente al palo, sia per una scarsa incisività della comunicazione istituzionale, sia per le modalità di chiamata utilizzate a livello regionale, sia per la crescente diffidenza dei cittadini nei confronti dei vaccini” commenta il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta.

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