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Messina Denaro: ritrovata l’auto del boss. Intestata sempre a Bonafede. Lasciato dalla compagna

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È stata ritrovata dalla polizia l’automobile del boss Matteo Messina Denaro, Campobello di Mazara. Proprio grazie alla macchina gli investigatori riuscirono a risalire al primo covo del boss individuato a Campobello di Mazara. ANSA/ CARMELO SUCAMELI

PALERMO – È una Giulietta, l’auto del boss Matteo Messina Denaro, ritrovata poche ore fa, oggi 21 gennaio 2023. Proprio grazie alla macchina gli investigatori riuscirono a risalire al primo covo del boss individuato a Campobello di Mazara. Nel borsello trovato al capo mafia dopo l’arresto c’era una chiave.

Dal codice della chiave, i pm sono arrivati alla Giulietta, poi gli investigatori hanno ricostruito, grazie un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del capo mafia risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito. Ma solo ora la Giulietta è stata ritrovata. Sul posto c’è il procuratore aggiunto Paolo Guido.

La Giulietta era parcheggiata in una sorta di garage, a poca distanza dalla casa di Giovanni Luppino, l’incensurato che ha accompagnato con la sua auto, una Fiat bravo, Matteo Messina Denaro alla clinica dov’è entrambi sono stati arrestati lunedì. L’ipotesi investigativa è che il capomafia, il giorno del blitz, sia andato in auto dal suo covo in vicolo San Vito a casa di Luppino – che vive a poca distanza dal luogo in cui la Giulietta è stata scoperta – e che insieme all’autista poi si sia diretto alla casa di cura per le terapie.

Intanto Rosa Leone, compagna da 11 anni del vero Andrea Bonafede, al Corriere della Sera ha dichiarato: “Mi è esplosa una bomba in casa. Adesso però l’ho lasciato”.

Come riporta il quotidiano, la donna era l’amministratrice di un parco dove anche Bonafede lavorava e che non ha più riaperto dopo la pandemia. Nell’intervista spiega di non essersi accorta di nulla, “mi ha scongiurato, mi ha detto: ‘Scusa Rosa ma che dovevo fare? Iddu si è presentato da me e mi ha chiesto i documenti…'”.

“Credo – ammette – che anch’io avrei fatto così se mi fosse capitato, anch’io per paura avrei ceduto a un boss di quel calibro la mia carta d’identità, tutti secondo me al suo posto l’avremmo fatto. Andrea – continua la donna – mi ha detto che loro due si conoscono da quando erano ragazzi”. Afferma di non sapere nulla, nemmeno della casa: “Non mi ha mai detto niente di niente. Così adesso sono pure molto preoccupata. Gli inquirenti hanno sequestrato il telefonino anche a me!”.



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