Balneari: l’Ue impone le gare per gestire le spiagge. La Meloni cerca una mediazione
La partita con Bruxelles diventa sempre più complicata. All’indomani dell’approvazione dell’emendamento al milleproroghe che prevede, tra l’altro, il posticipo della messa a bando di un anno (e fino al 2025 “in presenza di ragioni oggettive che impediscono l’espletamento della procedura selettiva”), l’Europa, attraverso un portavoce della Commissione torna a insistere sulla necessità delle gare per gestire le spiagge. Balneari col fiato sospeso, in tutt’Italia.
“I cittadini e le imprese” italiane – è l’altolà comunitario – hanno bisogno, senza ulteriori ritardi, di procedure trasparenti, imparziali e aperte per decidere a quale impresa debba essere concesso il diritto di utilizzare il suolo pubblico, in questo caso le spiagge, per offrire i propri servizi”.
A replicare è la stessa premier Meloni che si dice convinta che “ci siano interlocuzioni che si possono ancora avviare a partire dal tema della mappatura delle nostre spiagge per ragionare nel senso di difendere anche un mondo produttivo che per noi è strategico”. La premier rimanda comunque a quello che sarà l’esito dell’esame parlamentare ma, spiega, “è uno dei dossier su cui siamo impegnati anche con una interlocuzione con l’Ue”. Una posizione di mediazione dopo la soluzione individuata che ha visto distinguo, anche all’interno della stessa maggioranza. Forza Italia (da subito a favore della proroga), anche oggi manifesta la propria soddisfazione.
“È apprezzabile la volontà del presidente del Consiglio – sottolinea Maurizio Gasparri – di intervenire ulteriormente in sede europea sulla tutela delle nostre imprese balneari. L’approvazione del nostro emendamento da parte di tutta la maggioranza ha rappresentato un’indicazione molto chiara”. Per gli azzurri “è chiara la necessità di approfondire il tema della mappatura e l’accertamento sulla scarsità delle risorse”. E’ questo il punto sul quale la maggioranza intende insistere con Bruxelles.
“Dimostreremo – evidenzia Deborah Bergamini, vice presidente del Ppe – che non c’è un presupposto di base che è quello della scarsità di risorse per applicare la Bolkestein”. Mentre dentro FdI c’è anche chi, come Fabio Rampelli, va giù più duro con l’Europa. “Siamo molto perplessi – attacca – su quello che per noi appare come cannibalismo finanziario sulle nostre spiagge a vantaggio di operatori ben lontani dall’economia reale e locale”. Intanto le opposizioni vanno all’attacco. “E’ irresponsabile – dice Mario Turco, vice presidente di M5s – portarci a uno scontro con l’Europa”.
Anche il Pd è pronto a dare battaglia su questo come su altri temi che sono rimasti inevasi all’interno del milleproroghe. Certamente, spiegano fonti Dem, anche attraverso gli emendamenti al decreto in Aula, ci sarà un focus su questo punto. I dem, tra l’altro, non criticano solo il fatto che le misure approvate espongano l’Italia a una possibile procedura di infrazione ma anche la formulazione finale individuata che sembra quasi – lamentano fonti del partito – studiata per accontentare ciascuna delle tre forze di maggioranza mettendo però in difficoltà i Comuni.
Nel frattempo, dall’opposizione anche i Verdi continuano a monitorare la vicenda. Come spiega il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli che accusa: “Meloni prende a sberle l’Italia”. L’annunciata lettera del partito a Bruxelles con la richiesta di apertura dell’infrazione verrà formalizzata solo una volta che il decreto milleproroghe avrà avuto l’ok finale del Parlamento. Ma nel frattempo la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager è stata informata degli sviluppi sulla vicenda.