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Firenze, Maggio Musicale: successo de «La traviata». Domingo (raffreddato) sostituito dal bravissimo Enkhbat

Amartuvshin Enkhbat
Amartuvshin Enkhbat ha sostituito (egregiamente) Plácido Domingo all’ultimo momento

FIRENZE – Una prima un po’ accidentata, quella della ripresa de «La traviata» di Giuseppe Verdi al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: andata in scena con gran successo in questo allestimento un anno fa, avrebbe dovuto tornare invariata per quattro recite anche nel cast, ma già un mese fa era stata annunciata la sostituzione della splendida Nadine Sierra con Aida Garifullina nel ruolo della protagonista; restavano Francesco Meli e Plácido Domingo nei ruoli dei Germont figlio e padre, ma nel pomeriggio di ieri, 12 febbraio (giorno della prima) Domingo si è reso conto che il raffreddore non gli permetteva di cantare; così il Sovrintendente Pereira ha dovuto tirar fuori un coniglio dal cappello, e che coniglio: al Carlo Felice di Genova (dove il direttore artistico è Pierangelo Conte, migrato da Firenze poco dopo il cambio di sovrintendente) c’era, impegnato nelle prove di «Tosca», il formidabile baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat, che è sceso subito a Firenze. Al levarsi del sipario non era ancora arrivato, ma per fortuna Giorgio Germont entra solo al secondo atto. Se non avessimo saputo della sostituzione last minute senza nemmeno mezza prova, nessuno se ne sarebbe accorto.

Amartuvshin Enkhbat è stato un Giorgio Germont superbo, applauditissimo fin dal primo intervento: voce potente, sana, uniforme (non si avvertono i passaggi, quando canta), bella dizione, espressivo: è stato il vero trionfatore della serata (dopo Di Provenza il mare il suol si è sentito qualcuno urlare “bis”). Francesco Meli ha cantato benissimo il primo atto ed era partito molto bene anche nel secondo (con lunghi applausi dopo De’ miei bollenti spiriti); poi ha avuto un incidente alla voce su cui il pubblico (giustamente; sono incidenti che possono capitare ai migliori: il bello della diretta) ha glissato con indulgenza permettendogli di riprendersi.

La graziosa Aida Garifullina, la protagonista, non ha affrontato al meglio le agilità del primo atto, ma è andata decisamente migliorando nel secondo e ne terzo e alla fine il pubblico ha premiato tutti, compreso il direttore Zubin Mehta e il resto del cast (quasi tutti usciti dall’Accademia del Maggio e tutti bravi: Joseph Dahdah, Ana Victória Pitts, Caterina Meldolesi, Francesco Samuele Venuti, Matteo Mancini, Volodomyr Morozov, affiancati dai tre coristi del Maggio Davide Ciarrocchi, Lisandro Guinis ed Egidio Massimo Naccarato), con lunghi applausi.

Della regia di Davide Livermore si è già detto su queste pagine l’anno passato. Tre sole repliche mercoledì 15 e venerdì 17 alle 20 (con pochi biglietti rimasti), dove dovrebbe rientrare Plácido Domingo, e mercoledì 22, sempre alle 20 (esaurita) , dove dall’inizio nel ruolo di Germont padre era previsto George Petean. Per dettagli sullo spettacolo e link agli acquisti online, si veda la presentazione su Firenze Post.

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