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Migranti: Geo Barents ferma 20 giorni e multa salata. L’accusa: non ha acceso la scatola nera

Geo Barents Catania
Geo Barents

Non ha dato informazioni alle autorità italiane quando ha saputo che era stata destinata al porto di Ancona. In sostanza non avrebbe attivato la scatola nera: che sulle navi si chiama Voyage date recorder (Vdr) e raccoglie le informazioni su posizione, velocità, direzione, allarmi di bordo, oltre a registrare tutte le conversazioni che avvengono sul ponte di comando e via radio.

Il centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha chiesto alla Geo Barents di accendere il Vdr subito dopo l’assegnazione del porto di Ancona per le 48 persone soccorse al largo della Libia lo scorso 13 febbraio. In questo modo la ‘scatola’ avrebbe conservato la registrazione di quanto avvenuto nelle 12 ore precedenti. Ma il comandante si è rifiutato e la nave è così finita nella tagliola del decreto – ieri convertito in legge – che impone di condividere le informazioni con le autorità: stop per 20 giorni e sanzione amministrativa tra 2mila e 10mila euro.

I dati del Viminale danno conto intanto di un massiccio flusso via mare nel 2023, con 14.104 migranti sbarcati contro i 5.345 dello stesso periodo dello scorso anno (+164%). Quelli soccorsi dalle navi ong sono solo 855, il 6% del totale. La domanda è: perché la Geo Barents non ha fornito i dati richiesti? Qualcuno potrebbe pensare che forse c’erano comunicazioni via radio o cellulare compromettenti. “Nulla da nascondere e la prossima volta daremo i dati Vdr”, assicurano da Medici senza frontiere. Ma, sottolineano, “mai prima di questa occasione era stato richiesto a Geo Barents la condivisione di questi dati ed il Comando nave ha sempre fornito tutte le altre informazioni relative alla missione (come il diario di bordo). Le informazioni memorizzate nel Vdr devono essere utilizzate, secondo le normative vigenti, in un’investigazione successiva ad un incidente marittimo. Il soccorso dei 48 naufraghi non rientra in questa casistica ed è per questo che il comandante non ha attivato questa procedura ma ha condiviso, come sempre, tutte le altre informazioni relative alla missione”.

La ong sta ora valutando con il suo team legale la legittimità della misura e eventuali azioni da intraprendere. Sarà il prefetto di Ancona a determinare l’entità della sanzione e la nave è bloccata nel porto di Augusta, proprio mentre era in partenza per una nuova missione di salvataggio. Si fanno dunque sentire i primi effetti della stretta determinata dal provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Le navi, indica la misura, devono fornire “alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane, ovvero, nel caso di assegnazione del porto di sbarco, alle autorità di pubblica sicurezza, le informazioni richieste ai fini dell’acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell’operazione di soccorso posta in essere”.

Da qui la novità del Vdr. Come nasce il soccorso? Qualcuno ha chiamato per segnalare l’imbarcazione in difficoltà o è stato dato appuntamento in una determinata area dove la barca si sarebbe fatta trovare configurando così, ad esempio, l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione illegale? Tutti aspetti che la scatola nera potrebbe illuminare. E le navi umanitarie dovranno ora conformarsi se non vogliono essere bloccate. In caso di reiterazione della condotta la Geo Barents rischia uno stop di due mesi. Esulta il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini: “Ci sono organizzazioni che salvano vite – osserva – e altre che lucrano sugli esseri umani, traghettandoli tra Africa ed Europa. Bene il decreto ong, dopo anni di sinistra e porti spalancati l’Italia non può e non deve più essere l’unico punto di approdo degli immigrati”.



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