Inflazione, Istat: a febbraio scende al 9,2%. Calano prezzi energia, crescono gli alimentari. Confesercenti: giù le tasse
A febbraio 2023 “si consolida la fase di rapido rallentamento” dell’inflazione. Secondo le stime preliminari dell’Istat l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10,0% nel mese precedente.
Il rallentamento si deve alla flessione su base annua dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -12,0% a -16,7%) e alla decelerazione di quelli degli energetici non regolamentati (da +59,3% a +40,8%). In accelerazione invece i prezzi degli alimentari lavorati (da +14,9% a +16,2%) e non lavorati (da +8,0% a +8,4%).
Ma secodo Confesercenti, le famiglie sono sotto assedio. Ed è irrinunciabile un abbattimento delle tasse. “Prosegue a febbraio il raffreddamento dell’inflazione grazie al ripiegamento della componente energetica – scrive Coinfesercenti – mentre accelera di un punto percentuale il carrello della spesa e l’inflazione di fondo si attesta sopra il 6%. Segnali che non lasciano, purtroppo, dissipare dubbi ed incognite sull’anno in corso, con la spesa delle famiglie ancora sotto assedio ed i rischi sulla tenuta dei consumi”.
L’associazione parla di un rallentamento positivo, anche se contrastato da incrementi di prezzo sia in alcuni servizi, sia nel comparto dei beni alimentari lavorati. Accanto a questo scenario, con inflazione acquisita pari al 5,5%, si registra però una crescita dell’inflazione di fondo a +6,4% e, soprattutto, il carrello della spesa fa registrare un aumento di un punto percentuale, che colloca la variazione annua al 13%.
Anche il capitolo “abitazione” che include le utenze ed altre spese obbligate, continua a preoccupare, registrando una crescita annua del 24,5%. “Bisogna proseguire, perciò, in questa fase, con interventi a favore di famiglie ed imprese, a partire dalla riforma del fisco. Nel 2022 la pressione fiscale si è assestata sui livelli più alti degli ultimi 27 anni: serve una decisa riduzione delle imposte, che libererebbe risorse di famiglie e imprese favorendo la ripresa dei consumi e dell’economia”,