Valditara e il corteo di Firenze: “Sono contro ogni violenza. Pronto all’invito di Nardella a un confronto sull’antifascismo”
ROMA – Dopo l’attacco alla professoressa Annalisa Savino, autrice della lettera a genitori e studenti contro il pericolo di rigurgiti fascisti, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, chiarisce il suo pensiero in ub’intervista a Qn-La Nazione.
Comincia dal corteo che sta per formarsi oggi, 4 marzo 2023, a Firenze: “Ben venga qualunque manifestazione che dia voce alle idee e alimenti il dibattito democratico. Raccolgo e rilancio l’invito del sindaco Nardella per un confronto con lui sui temi dell’antifascismo, dell’ antisemitismo, di tutti i razzismi, della democrazia e della libertà di opinione – spiega -. Organizziamolo presto. Un confronto che deve essere franco, onesto e sereno”.
La condanna della violenza, dice il ministro, “è per me talmente ovvia da non essere oggetto di discussione. Nella scuola che vogliamo non c’è nessuno spazio per la violenza. Nessuna indulgenza quindi per la violenza fisica né per ogni altra forma di prevaricazione, quale che sia la sua declinazione. È una regola che deve valere per chiunque”.
Nella lettera della preside fiorentina “non ho apprezzato l’invito della preside a ‘isolare’, ‘combattere culturalmente’, ‘chiamare con il suo nome’, e dunque qualificare come fascista, chi dà valore ai confini e alla identità di un popolo, parlando al riguardo di ‘disgustoso rigurgito’. Un conto è fare queste affermazioni in un’assemblea di un partito politico, un altro con la carta intestata di una scuola in una veste istituzionale”.
Il procedimento disciplinare di cui si è parlato contro la preside non è stato mai ipotizzato: “Su questo punto è stata montata contro di me una campagna di aggressione e di deformazione della realtà oggettivamente inaccettabile”. L’unica indagine disciplinare “che ho chiesto si avviasse da quando sono ministro è stata nei confronti di un docente accusato di aver fatto affermazioni che negavano l’Olocausto”, che poi è stato sospeso.
Valditara ribadisce di non avere bisogno “di dare prove – dice – del mio antifascismo, lo dimostrano i miei libri, i miei atti, la mia vita”, e ricorda che suo padre era partigiano delle Brigate Garibaldi. “Aggiungo: l’antifascismo è una cosa seria, ne abbiano tutti rispetto, non lo si strumentalizzi. La mia visione di scuola è valorizzare i talenti di tutti. Una scuola che punti, come modello educativo, sulla personalizzazione della formazione”.