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Firenze, Maggio Musicale: successo di pubblico, al debutto, per la «Carmen»

Carmen Foto Michele Monasta Generale
L’ultimo atto di Carmen (foto Michele Monasta)

FIRENZE – In un Teatro del Maggio Musicale Fiorentino quasi pieno ha debuttato la «Carmen» di Bizet, ultima opera in cartellone per la Stagione 2022-2023 (e anche ultima del «Festival di Carnevale»); il pubblico era evidentemente ben disposto verso la lettura un po’ trasognata che ne ha dato Zubin Mehta, tributando alla fine calorosi applausi a lui, all’Orchestra del Maggio che lo ha ben seguito e al Coro (preparato come sempre da Lorenzo Fratini), che ha offerto una prova eccellente tanto sotto il rispetto vocale quanto sotto quello dei movimenti in scena; molto bene anche i bambini (preparati da Sara Matteucci); i movimenti delle masse, anche infantili, sono uno dei punti di forza della regia di Matthias Hartmann, chiamato a sostituire il previsto Piero Faggioni (il cui nome campeggia ancora sui manifesti) che ha dato forfait poco prima delle prove, col che si è rinunciato – provvidenzialmente, vista la situazione finanziaria del teatro – anche al nuovo allestimento. Quello di Hartmann era stato già collaudato a Zurigo e poi a Torino ed è estremamente minimalista, anche all’eccesso; pressoché inesistenti le scene, a volte con curiosi punti di contatto con la discussa regia di Leo Muscato che si è vista nel 2018 (anche qui i gitani, fra i pochi elementi d’arredo, hanno un piccolo televisore che trasmette una partita e anche qui c’è un morto di troppo rispetto al libretto, stavolta non Don José, ma Zuniga); va comunque detto che la scena finale, nuda con solo un albero sulla destra, oltre a un paio di corna di toro in primo piano che evidentemente vogliono evocare l’arena in cui Escamillo si sta coprendo di gloria mentre si consuma il dramma finale fra Carmen e il suo ex-amante fieramente respinto, ma che hanno provocato qualche risatina fra il pubblico (“E quelle che rappresentano, le corna di Don José?”), alla fine risulta suggestiva, essenzialmente per merito degli interpreti. Alla protagonista Clémentine Margaine e a Francesco Meli (Don José) non difetta l’esperienza nei rispettivi ruoli; Mattia Olivieri ha una bella voce di baritono forse più adatta ai ruoli mozartiani o verdiani, ma non gli manca il physique du rôle; molto bene anche i comprimari, specie Le Dancaïre (William Hernandez) e Le Remendado (Oronzo D’Urso). Repliche giovedì 6, martedì 11 e venerdì 14 aprile alle 20 e domenica 16 aprile alle 15.30.

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