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Alluvione in Romagna: i morti sono 13. 10mila gli sfollati. Ora scatta il pericolo frane. Danni per almeno 3 miliardi

Pompieri In Romagna Di Arezzo
I vigili del fuoco di Arezzo impegnati a salvare persone a rischio in provincia di Forì

BOLOGNA – La triste contabilità non si ferma: sono diventate tredici le vittime dell’alluvione in Romagna. E salgono a 42 i Comuni alluvionati. Circa 10mila gli sfollati. E 34mila le famiglie senza elettricità. E non è finita: scatta l’allarme frane. Restano ancora comuni e isolata e c’è gente prigioniera ai piani alti, non raggiunta dalle squadre di soccorso. Ma qui la gente non si arrende e comincia già a ripulire, a tirar fuori la roba dal fango. Sono scene già viste a Firenze, per l’alluvione del ’66. Scene che si ripetono dopo ogni disastro ambientale. Anche il ritorno del sole è un evento. Un fiorentino, 57 anni fa, quando vide il disco luminoso velato da una nuvola, alzò il badile che aveva in mano, fece una smorfia e disse: “Vieni fòri bischero…”.

DANNI – Qui la gente non ha voglia di fare battute, è preoccupata. Il costo è alto: i danni dovranno essere quantificati, ma il bilancio, alla fine, sarà di qualche miliardo. Si dice almeno tre. Ed è ancora più dolorosa e pesante la conta della perdita delle vite umane. Il conto delle vittime, come detto, sale a 13 e si teme che possa ancora crescere. Restano infatti persone disperse. E ci sono anche delle zone dove i soccorsi sono lenti e complicati perché l’acqua è ancora alta, perché non c’è energia elettrica, perché non funzionano le linee telefoniche, perché anche le più semplici comunicazioni sono molto complicate.

MIRACOLO – Non manca, per fortuna, qualche meravigliosa sorpresa: una persona che era stata considerata morta è riapparsa: si temeva che fosse rimasta intrappolata nella sua auto. Invece è riuscita a venir fuori, a mettersi in salvo. Non hanno avuto lo stesso guizzo le persone più anziane: a Sant’Agata sul Santerno è morto un uomo che era costretto a letto e non è stato salvato in tempo. A Russi sono morti due coniugi che stavano provando a spostare un frigorifero. Difficile avere anche il numero esatto delle persone che hanno dovuto lasciare le loro case: sicuramente non sono meno di diecimila. Molti di loro si sono trasferiti da parenti o amici che abitano ai piani alti o in zone che non rischiano di essere allegate, mentre almeno 3.100 hanno trovato accoglienza nei centri allestiti in palestre, scuole e palazzetti dello sport, fra Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna e negli altri luoghi più colpiti. La task force dell’Enel è al lavoro per riallacciare l’energia alle oltre 27mila utenze che in mattinata risultavano disalimentate, poi scese in serata a 18.500. I danni alle infrastrutture elettriche sono ingentissimi e non sarà un lavoro breve.

ALLERTA ROSSA – I vigili del fuoco hanno fatto 1.550 interventi, ma ancora di più sono quelli in coda. Rimangono alcune aree dove si può arrivare solo con il gommone. Insieme al lavoro per ripulire strade e case danneggiate dal fango nei prossimi giorni comincerà anche la conta dei danni. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini paragona l’impatto dell’alluvione a quello del terremoto del 2012. L’allerta rossa prosegue ed è stata confermata in Emilia-Romagna anche per domani. Molti degli oltre venti fiumi che sono esondati sono infatti ancora in piena e si spera solo che non torni la pioggia a ingrossarli. Senza contare che gli argini hanno sofferto molto e il terreno è saturo: si stima che in quattro giorni (fra l’alluvione del 2-3 maggio e quella del 16-17) sia caduta più o meno la pioggia che mediamente cade in un anno. E che le esondazioni dei fiumi proseguono, anche se in misura più modesta.

FRANE – Si contano una cinquantina di zone allagate, in ben 42 Comuni dell’Emilia-Romagna. In molte delle zone interessate dall’alluvione domani saranno ancora chiuse le scuole, mentre in altre città, come a Bologna, riapriranno per provare a tornare, almeno da questo punto di vista, alla normalità. Sarà allerta rossa anche per le frane. Se la pianura è stata infatti funestata dalle inondazioni, la montagna e la collina sono alle prese con le frane: sono oltre 280, di cui 120 particolarmente importanti in 58 comuni. Nel solo Comune di Modigliana, nell’Appennino forlivese, ne sono state censite 71. Tantissime le strade ancora chiuse e ancora disagi alla circolazione ferroviaria. L’autostrada è stata riaperta, ma in molti tratti si circola a una sola corsia con lunghe code perché servono ancora molti lavori.


Bennucci

Sandro Bennucci

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