Festival di Cannes: Di Caprio e Scorsese, bagno di folla per il nuovo film sugli indiani che si vedrà a ottobre in Italia
Il film, che si vedrà in Italia a ottobre, è un’altra denuncia contro le ingiustizie subìte dagli indiani d’America. Un successo? Intanto c’è stato il bagno di folla, sulla Croisette, per Leonardo DiCaprio nel giorno di Martin Scorsese. Killers of Flower Moon, nuova opera del regista americano, era l’evento annunciato di Cannes, fuori concorso, il colpaccio del delegato generale Thierry Fremaux. Ad accompagnarlo proprio Leonardo DiCaprio, protagonista, con Robert De Niro, Lily Gladstone, e tanti nativi americani con i loro costumi tradizionali, per il film che si vedrà, come detto, in Italia con 01 in contemporanea mondiale il 19 ottobre.
Sul tappeto rosso hanno sfilato tra le tantissime star venute ad applaudire Scorsese, Cate Blanchett, Isabelle Huppert, Kate Hudson, Tobey Maguire, Salma Hayek, Robbie Williams, Paul Dano, Gaspar Noe, Rossy De Palma. Il pubblico dietro il recinto alzava cartelli con i cuori, poster, santini, qualunque cosa con il volto di Leo DiCaprio, c’erano anche giovanissime arrivate dall’Italia, tutti con telefonini e taccuino pronto nel caso ci fosse la possibilità di un autografo, cosa che puntualmente c’è stata seppure sotto lo sguardo vigile delle guardie del corpo, insomma un colpo d’occhio incredibile che le stesse star hanno fotografato contravvenendo alla rigida regola del festival che non vuole foto sul red carpet. In sala per il grande regista, 80 anni con indomita passione per il cinema, tutto il pubblico del Grand Theatre Lumiere, pieno in ogni ordine e grado di poltrone, l’ha a lungo applaudito in standing ovation, da lui ricambiata andando a stringere tante mani dei suoi colleghi, come Costa Gavras, Claude Lelouch, Alfonso Cuaron in prima fila a salutarlo.
Questo è l’ottavo film della selezione di Cannes per Scorsese che vinse la Palma d’Oro per Taxi Driver nel 1976, il premio per la miglior regia nel 1986 per Fuori Orario. E’ dunque questo un ritorno davvero da evento. Il film è ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20, quando sotto la terra degli Osage, nelle Grandi Praterie, si scoprì il petrolio. La storia si sviluppa raccontando, tra dramma poliziesco e nuova frontiera, la storia vera di come i bianchi riuscirono a eliminare gli indiani d’America, prendendo le loro terre e chiudendoli nelle riserve, in piccole comunità di alcolisti e diabetici. Viene denunciata la mancanza di diritti in cui sono vissuti, un atto d’accusa cinematografico di grande complessità e bellezza.
In concorso nel quinto giorno di Cannes 2023 due film: l’opera prima dal Senegal Banel e Adama di Ramata-Toulaye Sy una storia d’amore in un piccolo villaggio dove resistere alla siccità è lottare per la vita e May December di Todd Haynes con la sfida attoriale tra due attrici premio Oscar, Natalie Portman e Julianne Moore. C’era attesa per la nuova opera del regista americano che ha incantato nel 2015 con la storia lesbo di Carol, paladino di un cinema queer e comunque mai scontato. Portman interpreta una famosa attrice di Hollywood che per entrare meglio nel personaggio del suo prossimo film si reca in Georgia per conoscere da vicino, quasi indagare, la vera donna della storia ossia Gracie, interpretata da Julianne Moore. Gracie ha occupato pagine e pagine dei tabloid per aver avuto una relazione due decenni prima con un ragazzino di appena 13 anni, per il quale ha abbandonato marito e figli. Ora i due oggetti dello scandalo sono grandi, con altri figli, ma quel passato riaffiora quando nella loro vita si insinua l’attrice Portman. È chiaro che in questo intreccio pieno di sottintesi, scavi psicologici, traumi mai rimossi c’era la materia adatta per il regista. E i luoghi, i colori caldi, l’ambientazione paludosa e umida di Savannah sono stati ulteriori elementi di suggestione per questo melodrammone. Il film si vedrà anche in Italia distribuito da Lucky Red.