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Putin: “Possiamo distruggere Kiev in ogni momento. Zelensky disonora gli ebrei”. Poi minuto di silenzio per Berlusconi

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Nel suo discorso economico da San Pietroburgo, Vladimir Punti ha sostenuto soprattutto tre cose: che la controffensiva ucraina non ha alcuna chance di successo; che la Russia può distruggere Kiev in qualsiasi momento; quindi che Zelensky è un disonore per gli ebrei. Poi ha chiesto a tutti di stare zitti un minuto, in raccoglimento, in memoria di Silvio Berlusconi.

Tutto qui? No, c’è dell’altro, eccone alcuni esempi: “Le forze di Kiev in questo momento attaccano in alcune aree, hanno perso diversi carri armati, i combattimenti continuano ma non hanno alcuna possibilità. I cambiamenti mondiali in tutte le sfere non sono temporanei, ma cardinali, profondi e irreversibili. La Russia è obbligata ad aumentare la spesa per la difesa per garantire la sicurezza del paese”.

Poi, come riportano Tass e Novosti, ha dato l’affondo: “La Russia sarà sempre parte dell’economia mondiale nonostante le sanzioni”. Quindi l’attacco diretto a Zelensky: “Ho amici ebrei che mi dicono che Zelensky non è un ebreo, ma un disonore per gli ebrei”.

Il presidente russo ha chiesto di rispettare un minuto di silenzio in memoria di Silvio Berlusconi durante il Forum economico internazionale di San Pietroburgo.

Esplosioni, intanto, in mattinata a Kiev durante la missione di pace del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, nella capitale. Lo riporta l’emittente statale ucraina Suspilne. In precedenza erano scattate le sirene antiaeree dopo il lancio di missili da crociera Kalibr russi dal Mar Nero verso la regione di Kiev.

“Un’esplosione nella capitale. Nel quartiere di Podilskyi. I missili continuano a volare su Kiev”, ha scritto su Telegram il sindaco Vitalii Klitschko. Intanto, due razzi dei sistemi di difesa antimissile di Kiev sono stati lanciati per intercettare i missili russi provenienti dal sud-est della città, riporta il Guardian, secondo cui i missili russi hanno sorvolato la sua sede e poco dopo si sono sentite le esplosioni. L’allarme aereo era scattato questa mattina su tutto il territorio nazionale – con particolare rilevanza nelle regioni ucraine di Mykolaiv, Kherson, Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Cherkasy e Vinnytsia – in seguito al lancio da parte delle forze russe di missili da crociera Kalibr da navi nel Mar Nero, aveva reso noto l’Aeronautica militare del Paese.

“Putin costruisce la fiducia lanciando su Kiev il più massiccio attacco missilistico da settimane, proprio nel mezzo della visita di leader africani alla nostra capitale. I missili sono un messaggio all’Africa: la Russia vuole più guerra, non la pace”: lo scrive citato da Telegram il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba.

L’aeronautica ucraina afferma di aver respinto “sei missili Kinzhal, sei missili da crociera Kalibr e due droni da ricognizione” nell’attacco aereo compiuto in mattinata sull’Ucraina, compresa la capitale. A Kiev è cessata l’allerta aerea.

“La situazione nell’area sotto il comando militare orientale rimane tesa. Nonostante l’avanzata delle nostre truppe a sud e malgrado il nemico perda territori e insediamenti in questa direzione, questi continua a spostare alcune delle unità più capaci di combattere verso la direzione di Bakhmut, combinando queste azioni con un potente fuoco di artiglieria e attacchi d’assalto e aerei dell’esercito sulle posizioni delle nostre truppe”: lo scrive su Telegram il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrskyi. “Allo stesso tempo – ha proseguito -, continuiamo a condurre azioni offensive in direzioni separate, occupando altezze dominanti, strisce di foresta con l’obiettivo di spostare gradualmente il nemico dagli approcci a Bakhmut. Rendendosi conto di ciò, le unità nemiche hanno opposto una resistenza disperata. Pertanto, è chiaro che i nostri piani necessitano di aggiustamenti e chiarimenti periodici”. Su questo, dice Syrskyi, “ho tenuto una riunione con i comandanti delle unità, ha discusso questioni problematiche e ha identificato i modi per risolverli”, in contatto anche con le unità che combattono.

L’Ucraina ha denunciato il rapimento di altri 150 bambini ucraini da parte dei russi nella regione occupata di Lugansk, nell’est del Paese. Secondo il Centro di resistenza nazionale ucraino, che fa capo al ministero della Difesa di Kiev, l’8 giugno i bambini sono stati portati dal distretto di Starobilsk nel Lugansk in due centri nel distretto di Prikuban della repubblica di Karachai-Circassia, nel Caucaso russo. Finora, secondo il presidente Volodymyr Zelensky, 19.393 bambini ucraini sono stati trasferiti illegalmente in Russia dalle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk.



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