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Banche centrali: nuovo rialzo dei tassi in vista. La lotta all’inflazione non è finita

I banchieri sono convinti ad andare avanti: nuovi rialzi dei tassi all’orizzonte perchè la lotta all’inflazione non è finita. Anzi, si rischia nei prosimi mesi di innescare sempre di più una pericolosa spirale tra prezzi e salari. Il rapporto annuale della Banca dei regolamenti internazionali (Bri) non potrebbe essere più esplicito nell’indicare i pericoli di un allentamento della stretta monetaria in questa fase.

E’ ancora troppo presto, mentre c’è la necessità di proseguire con il rialzo dei tassi, come del resto già in programma da parte della Bce e della Fed. Il documento arriva alla vigilia del tradizionale forum dei banchieri mondiali che l’Eurotower di Francoforte organizza ogni anno a Sintra, in Portogallo, per fare il punto della situazione. Attesa soprattutto per gli interventi di Christine Lagarde e Jerome Powell, in vista dei prossimi appuntamenti sui tassi il 26 luglio per la Federal Reserve e il giorno dopo per la Banca centrale europea.

“L’inflazione ha cominciato a rallentare quasi ovunque rispetto ai picchi massimi degli ultimi decenni, ma il lavoro delle banche centrali è tutt’altro che finito”, avverte la Bri, sorrolinenado come, nonostante la stretta monetaria più drastica che si ricordi in tempi recenti, “l’ultimo tratto del percorso per arrivare a ripristinare la stabilità dei prezzi sarà il più complicato”. Ecco allora che i tassi di interesse potrebbero rimanere su livelli alti più a lungo di quanto si aspettano cittadini e investitori. Anche perchè “esiste il rischio concreto che prenda piede una psicologia dell’inflazione, con gli aumenti dei salari e dei prezzi che inizierebbero a rincorrersi”.

Uno scenario questo in cui si finirebbe per destabilizzare il sistema, generando un’inflazione ancor piu galoppante e con effetti deleteri sia sui salari reali, sia sulla crescita dell’economia, sia sull’occupazione. Dunque, a Sintra ancora una volta la parola d’ordine dei banchieri centrali sarà prudenza, con la necessità di resistere alle pressioni di chi vorrebbe fermare la corsa dei rialzi. “I progressi realizzati finora nella lotta contro l’inflazione – sottolinea ancora la Bri – sono dovuti in buona parte all’allentamento delle tensioni lungo le catene di approvvigionamento e alla discesa dei prezzi delle materie prime. Ma nei mercati del lavoro – si spiega – continua a esserci un eccesso di domanda rispetto all’offerta, e la crescita dei prezzi nel settore dei servizi si è rivelata più difficile da riportare sotto controllo”.

Le politiche di bilancio e prudenziali – la raccomandazione della Bri – possono contribuire a stabilizzare l’economia e il sistema finanziario. I governi, insomma, possono e devono fare la loro parte, “rimettere in sesto i loro bilanci indirizzando le misure di sostegno sulle fasce più vulnerabili e avviando un risanamento a lungo termine della spesa. Questo – si spiega – contribuirebbe a frenare l’inflazione e a tenere a bada i rischi per la stabilità finanziaria”.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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