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Fiorentino alla corte della Juve: Cristiano Giuntoli il vero colpo di mercato. Sulle orme di Italo Allodi

Ho letto, nei siti che si occupano di Fiorentina, i commenti dei leoni da tastiera, quelli che scrivono di prima mattina, con gli occhi semichiusi e la competenza del sentito dire: attaccano Cristiano Giuntoli, giustamente considerato il miglior direttore sportivo d’Italia dopo il “capolavoro Napoli”, perchè “un fiorentino non deve mai andare a servire la Juve… i soldi, solo i soldi”.

FELLINI – Lo spunto è utile per dare due notizie: la prima è che proprio Giuntoli rappresenta il vero primo colpo del mercato del calcio 2023, aperto oggi primo luglio nel Grand Hotel di Rimini, dell’Amarcord felliniana; la seconda riguarda questo signore, nato in riva all’Arno nel 1972, capace di arrivare in vetta dopo aver fatto tanta strada, prima da calciatore poi da dirigente, fra i dilettanti e in serie D. Si è fatto notare senza spinte, senza raccomandazione, magari qualche calcio nel sedere lo avrà avuto, ma doloroso, non nel senso che lo abbia aiutato a far carriera.

COLLIGIANA – Da calciatore, a Firenze, non lo conosceva quasi nessuno: la Colligiana di Colle Val d’Elsa, dove giocava all’inizio, aveva visibilità, su “La Nazione”, solo nei tabellini delle partite del lunedì. Sparito quando cambiò casacca, per vestire quelle di Imperia, Latina, Savona e Sanremese, perchè squadre, anche le liguri, fuori dalla tradizionale zona di diffusione del giornale di via Paolieri. Ma lui sapeva che il calcio era la sua strada, il suo futuro. Non a caso, da fiorentino, decise di frequentare l'”università” del pallone, Coverciano, fortemente rilanciata e organizzata, anni prima, dal direttore sportivo più grande di tutti. Guarda caso suo antico predecessore nel Napoli del primo scudetto, con Maradona e Ferlaino, oltre che costruttore della grande Inter di Angelo Moratti e Helenio Herrera.

ALLODI – Anche Italo Allodi – che diventò mio vero amico proprio a Coverciano – da calciatore si era fermato alla serie C: Suzzara, Forlì, Parma le sue squadre. Ma dopo, ecco lo straordinario parallelo con Giuntoli, fece la sua fortuna da dirigente mettendo a frutto la sua esperienza della “gavetta”, ossia la conoscenza del calcio dal basso, dove guadagnare qualche soldo, o qualche centimetro di titolo di giornale, è sempre un’impresa. Ma è lì, dove si suda e ci si accontenta, che si capisce come funziona il gioco più semplice e difficile del mondo.

DIRETTORE SPORTIVO – Alla fine della carriera di difensore, dove certo nonn era stato uno Scirea, Giuntoli si iscrisse al corso allenatori di serie B, a Coverciano. Ma capì che nemmeno quello sarebbe stato il suo punto d’arrivo. Allora studiò da dirigente: il suo occhio, il suo intuito come scopritore di talenti, gli aprì la strada da direttore sportivo. Un ruolo coronato da successo quasi subito, portando lo Spezia in serie B. Ma l’affermazione sarebbe arrivato poco dopo, nel 2009, con il Carpi, partendo dalla serie D e arrivando alla A. Proprio com era capitato, una cinquantina d’anni prima, a Italo Allodi con il Mantova.

NAPOLI – Il segreto? Un’accurata opera di scouting, cioè andando a scoprire talenti che nessuno aveva visto: scommettendoci, valorizzandoli, esultando nel vederli entusiasmare in campo. Aurelio De Laurentiis, occhio abituato a quel cinema che sa anticipare i tempi, lo vide e lo volle. E nel Napoli, dall’estate 2015, Cristiano Giuntoli ha saputo e potuto dare il meglio. Prima con la Coppa Italia 2019-20, ma soprattutto nel calciomercato di un anno fa: con i “colpi da maestro”. Vendere per comprare. Divorzio dai senatori Mertens, Koulibaly e Insigne, ingaggio di Kim e e del georgiano Khvicha Kvaratskhelia che nessuno conosceva.

JUVE – Ora l’approdo alla Juve, dopo il tira e molla con De Laurentiis, fatto di lunghissime telefonate e da dichiarazioni “anema e core“. La sua prima missione in bianconero sarà “cambiare”. Con addii probabilmente dolorosi, tipo quelli di Chiesa e Vlahovic e, forse, di Pogba. Per investire su nomi segreti che Giuntoli, grazie allo straordinario archivio fatto di migliaia di filmati e biografie di calciatori misteriosi, tirerà fuori come se fossero scelte semplici e facili. E capi di stupire. Vorrei Giuntoli alla Fiorentina, anche per fare un dispetto ai leoni da tastiera? Non so. Forse finirebbe nel tritacarne anche lui. I profeti in patria non sono apprezzati. E non c’è bisogno di andare a scomodare l’esempio di Dante.

Nell’estate del 2015 lascia la squadra emiliana per diventare direttore sportivo delNapoli. Sotto il suo mandato, la squadra partenopea si assesta negli anni seguenti ai vertici dellaSerie A, vincendo la sua sestaCoppa Italianell’edizione2019-2020e, soprattutto, il suo terzoScudettonella stagione2022-2023[3], atrentatré annidal precedente. Al termine di quest’ultima stagione, dopo otto anni chiude la sua esperienza coi partenopei.[4]


Sandro Bennucci

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