Medicina: dinastia Mondaini, dottori da cent’anni. Tutto cominciò una notte del 1923 a Tavarnuzze
Non dinasty, che segna il potere. Ma dinastia: nel senso di famiglia che da un secolo esatto (era il 16 luglio 1923) è al servizio della gente, ossia della cura della salute delle persone. Ci chiamiamo Mondaini. La nostra storia comincia una notte nella campagna toscana, vicino a Tavarnuzze, comune dell’ Impruneta. E’ una notte luglio del 1923. Uno sparo nell’aia annuncia l’arrivo del dottore. Un attimo dopo scende da un cavallo Fulvio Mondaini: ha 23 anni e si è laureato da pochi giorni, esattamente il 16 luglio. E’ stato chiamato per un parto che si annuncia difficile. Ha studiato, sa come si fa. Nel buio rischiarato da una lampada a olio, un vagito rompe il silenzio. Viene al mondo Silvia.
Che vent’anni fa mi ha raccontato la sua favola bella. La bambina era lei. La sua famiglia si è sempre fidata solo dei Mondaini. Come lei, tanti altri, nel corso degli anni, mi hanno raccontato che il babbo o il nonno gli avevano salvato la vita. Io sono Nicola, il maggiore dei “dottori” Mondaini contemporanei.
Ma partiamo dalle origini. Nato in Veneto, Fulvio Mondaini si trasferisce a Firenze per il lavoro del padre. Qui rimarrà per amore, laureandosi in medicina. Nella sua borsa c’era di tutto: seghe per tagliare arti, bisturi,pinze, forbici per gestire i parti o suturare ferite. Durante la seconda guerra mondiale, la casa dove viveva, a Montebuoni, fu requisita dal comando tedesco e fu lasciata alla famiglia solo una parte. In quegli anni, Fulvio curò, come devono fare tutti i medici, fedeli al giuramento d’Ippocrate, chiunque chiedesse aiuto: dal soldato tedesco al partigiano nascosto nei boschi.
Ebbe 4 figli, Fulvio Mondaini: 3 maschi di cui uno morì a 3 mesi, e una femmina. I maschi seguirono la tradizione di famiglia: Paolo, il primogenito si specializzò in pediatria. Cominciò a lavorare in Trentino, ma poco dopo tornò a Tavarnuzze, dove continuò la tradizione facendo il medico di famiglia. Arrivò ad avere 5000 assistiti, che con la riforma del sistema sanitario diventarono 2000. Andava a casa di tutti, non sapeva dire no a nessuno, amava leggere libri di storia. Era amatissimo e ancora oggi è spesso ricordato dalle persone che incontro a Tavarnuzze.
Il fratello più piccolo, Fabio, si specializzò in nefrologia e urologia, lavorò alcuni anni all’ Ospedale di Prato, per poi trasferirsi a Livorno, dove divenne primario. Fabio ebbe due figli di cui uno, Francesco, oggi è un brillante radiologo interventista a Careggi. Paolo ebbe tre figli: Nicola il maggiore, cioè io, e due gemelli, Luca ed Alessando.
Luca, otorinolaringoiatra, lavora a Firenze come libero professionista. Alessandro è dirigente medico ortopedico all’ Ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, a Bagno a Ripoli. Io, Nicola, uroandrologo, professore universitario di medicina all’ Università Magna Grecia di Catanzaro. Mi sono laureato a Firenze,specializzato in urologia a cui è seguita una fellowship al King’s College di Londra (quattro premi nobel per la medicina provengono da li).
Ho lavorato, come Alessandro, per dieci anni all’ Ospedale Santa Maria Annunziata che è l’ Ospedale di riferimento per Tavarnuzze, a testimonianza che niente avviene per caso. Oggi sono Accademico in Calabria ma continuo a lavorare a Firenze ed in altre città.
Svolgo la professione con la dedizione che mi ha trasmesso la famiglia. Ho il privilegio di fare la cosa che più mi piace: trasmettere la mia conoscenze agli studenti. Scrivo libri di divulgazione scientifica, viaggio per il mondo, invitato a parlare ai congressi.
Qui mi fermo per precisare: in questo racconto non sono presenti nomi di donne, ma ognuno di noi ha avuto ed ha grandi mogli al fianco. Una fra tutte, Anna, mia madre: senza la sua presenza non sarei qui a raccontare questa storia. La sua fermezza, il suo amore e la sua forza di carattere le hanno permesso di affrontare malattie importanti. Lei è stata fondamentale per cotribuire a far centrare, a noi figli, gli obiettivi che volevamo.
E’ finita qui? No, Oggi ci sono 8 piccoli Mondaini: Michele, Francesco, Giulia , Ginevra, PaoloAlpay, Violante, Neri, Eleonora. Chissà che qualcuno di loro possa, e voglia, continuare questa storia. Mi piacerebbe che, nel 2123, un Mondaini del futuro si raccontasse: ricominciando dalla nascita di Silvia.
Nicola Mondaini