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Ucraina: Zelensky silura i responsabili del reclutamento. L’accusa: corruzione

Zele
Volodomyr Zelensky

KIEV – Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i funzionari regionali incaricati del reclutamento militare, per sradicare un sistema che consentiva ai coscritti di sfuggire all’esercito. L’accusa: “Arricchimento illegale, legalizzazione di fondi ottenuti illegalmente, profitti illeciti, trasporto illegale attraverso la frontiera di coscritti. La nostra soluzione: licenziamo tutti i commissari militari”.

Un pugno duro, quello di Zelensky, su chi agisce contro il suo stesso Paese mentre non si vede pace all’orizzonte. Anzi, il conflitto continua ad allungarsi fino a Mosca, dove un drone è stato abbattuto con i suoi detriti caduti sull’argine di Karamyshevskaya. Ennesimo raid che ha spinto le autorità a chiudere per alcune ore l’aeroporto moscovita di Vnukovo e anche lo scalo di Kaluga, a 160 km a sudovest della capitale.

Da giorni ormai i raid sono quotidiani, e secondo il portavoce dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, le cose potranno solo che peggiorare per i moscoviti: “Sarebbe logico ipotizzare un aumento degli attacchi giornalieri” sulla capitale russa, ha affermato il funzionario, parlando di una “certa giustizia” nei raid di rappresaglia dell’Ucraina sulla città.

Se da una parte è ormai chiaro che il territorio russo non è salvo dalle bombe e dai droni, dall’altra la martoriata Ucraina continua a subire la pioggia di bombe russe. I raid degli invasori hanno preso nuovamente di mira la capitale Kiev con missili ipersonici Kinzhal, abbattuti dall’antiaerea ma i cui detriti hanno colpito un ospedale pediatrico nel distretto di Obolon della città.

I micidiali ‘pugnali’ russi sono stati lanciati anche a ovest, nella regione di Ivano-Frankivsk, dove i russi hanno messo nel mirino l’aeroporto di Kolomyia: due missili hanno colpito la zona dello scalo, mentre uno è caduto in una vicina area residenziale uccidendo un bambino di otto anni. Si chiamava Volodia, e va ad aggiungersi alla lista troppo lunga delle vittime innocenti di una guerra che non conosce pietà di fronte a nessuno, nemmeno i più piccoli. E che non conosce zona franca o rispetto nemmeno per le strutture utilizzate dagli operatori internazionali.

E’ emerso infatti che l’attacco russo che ha causato un morto e almeno 16 feriti a Zaporizhzhia, ha colpito l’hotel Reikartz, che veniva spesso usato dal personale delle Nazioni Unite e dagli operatori delle ong. A denunciarlo è stata la stessa coordinatrice umanitaria dell’Onu in Ucraina, Denise Brown, dicendosi “sconcertata” dall’attacco. Sul fronte, gli occhi intanto continuano a essere puntati a nordest sul nuovo epicentro di Kupiansk, dove Mosca continua a rivendicare un “miglioramento della situazione tattica”. A sud, gli invasori hanno invece annunciato di aver colpito un centro di raccolta dei mercenari stranieri.

Con la guerra che non vede tregua, si corre alle armi: secondo Spiegel, il governo tedesco sta valutando di fornire all’Ucraina i sofisticati missili da crociera Taurus a patto di non utilizzarli in attacchi sul territorio russo. Per quanto riguarda i tanto desiderati caccia occidentali, alti funzionari ucraini hanno espresso al Washington Post la loro delusione per i ritardi dei partner nell’addestramento dei piloti all’uso degli F-16. Secondo le fonti al Wp, un primo gruppo di sei piloti ucraini completerà infatti l’addestramento per i jet non prima della prossima estate.

“Questo si chiama tirarla per le lunghe”, ha detto uno dei funzionari. Nel frattempo, la Casa Bianca ha chiesto al Congresso altri 40 miliardi di nuove spese urgenti, di cui 24 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina. Con i due fronti che non sono disposti a cedere su nulla, non c’è ancora spazio per una soluzione mediata del conflitto. Secondo il falco di Putin, Dmitry Medvedev, ad aprire la strada della pace potrebbe essere la resa di Kiev, una opzione impossibile per l’Ucraina e l’Occidente.

Come è impossibile “qualunque dialogo civile” con la Russia, secondo il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak che su X posta un video di un razzo russo che colpisce un parco di Zaporizhzhia, tra bambini che giocano e famiglie. A dare un segnale di apertura è invece il leader bielorusso Alexander Lukashenko. Dopo giorni di tensioni con Varsavia, l’alleato di Putin ha chiesto al suo governo di “contattare” la vicina Polonia, affermando di essere pronto al dialogo: “Dobbiamo parlare con i polacchi. Siamo vicini e non si scelgono i propri vicini”.

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