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Putin aggira la sanzioni con il rublo digitale: ma solo 600 persone e 30 imprese lo usano

Putin
Vladimir Putin (Foto d’archivio)

Il crollo del rublo (ce ne vogliono 102 per comprare un euro) fa correre ai ripari la Russia di Putin. Che ha rotto gli indugi, avviando un progetto pilota per l’introduzione del rublo digitale che ha tra i suoi obiettivi quello di garantirsi l’accesso alle transazioni internazionali contrastando gli effetti delle sanzioni occidentali contro le sue banche.

Significativo che tra i 20 Paesi che hanno già avviato iniziative di questo tipo figurino la Cina e l’India, che mantengono immutati i loro rapporti economici-finanziari con Mosca. Ma realizzare un sistema alternativo a quello bancario tradizionale appare ancora come un traguardo lontano. Per ora il rublo digitale – emesso dalla Banca centrale, a differenza delle criptovalute – verrà utilizzato in Russia da 600 cittadini e 30 imprese commerciali di 11 città, grazie ai servizi forniti da 13 banche.

L’anno prossimo all’iniziativa si aggiungeranno altre16 banche. L’esperimento parte nel pieno delle turbolenze valutarie che hanno investito nelle ultime settimane la Russia, con la caduta del rublo dovuta alla forte riduzione dell’attivo delle partite correnti a causa della diminuzione delle entrate dalle esportazioni di energia, in contemporanea con l’aumento delle importazioni.

Ieri, 15 agosto 2023, il board della Banca centrale si è riunito per una sessione di emergenza in cui ha deciso di innalzare di ben 3,5 punti percentuali il tasso di riferimento, portandolo al 12%. E ciò dopo un aumento di un punto percentuale il mese scorso. La moneta nazionale ha reagito lentamente a questa cura da cavallo, riprendendosi gradualmente dai record negativi di 101 rubli per dollaro e 111 rubli per euro di lunedì.

Nel tardo pomeriggio il dollaro è sceso sotto i 95 rubli e l’euro, come detto, sotto i 103 rubli. Per quanto riguarda il varo sperimentale del rublo digitale – che non ha nulla a che vedere con questa tempesta – le autorità russe affermano che se tutto procederà secondo i piani, dal 2025 la moneta nazionale nella sua nuova forma potrà essere utilizzata da tutti i cittadini e le aziende. “Naturalmente se lo vorranno”, ha tenuto a sottolineare Olga Skorobogatova, prima vice governatrice della Banca di Russia, che ha negato ogni intenzione da parte delle autorità di volere utilizzare il nuovo sistema per rafforzare il controllo sui cittadini al fine di reprimere il dissenso.

Un pericolo che è invece reale secondo il sito dell’opposizione Meduza, secondo il quale lo Stato potrà esercitare una forma di controllo più diretta sulle transazioni dei cittadini, e quindi all’occorrenza limitare i trasferimenti di denaro a cosiddetti “agenti stranieri” o a candidati sgraditi nelle elezioni. La principale aspirazione di Mosca, comunque, è entrare a far parte di un club di Paesi con i quali potere continuare le transazioni evitando gli effetti delle sanzioni, che hanno tagliato fuori molte banche russe dai circuiti internazionali, compreso il sistema Swift.

Ma fino ad ora mancano gli strumenti che consentano i pagamenti transnazionali con il nuovo sistema. Due i metodi proposti dalla Banca di Russia: un coordinamento tra le piattaforme digitali dei diversi Paesi con regole condivise che permettano i trasferimenti di fondi, oppure la costituzione di un singolo hub al quale si dovranno connettere le piattaforme di ciascun Paese. Soluzioni che comunque dovrebbero richiedere parecchio tempo.



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