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Consiglio dei ministri: migranti e caro benzina i problemi sul tavolo. E anche il Dpcm Tim

Giorgia Meloni (Foto d’archivio)

ROMA – La travolgente ondata di sbarchi dei migranti è la priorità per il primo consiglio dei ministri che si riunirà lunedì 28 agosto 2023, dopo la pausa estiva. Immediatamente dopo potrebe esserci il caro-benzina: le opposizioni premono per il taglio delle accise. Ma può darsi che la discussione venga rinviata: contando sul fatto che i prezzi, passato il picco di consumo per le vacanze, tornino su livelli più bassi.

Tuttavia, quale sarà l’ordine del giorno della riunione non si sa, anche se tutti, specialmente dalle opposizioni, sono già proiettati sulla manovra, considerato soprattutto che in settimana dal Meeting di Rimini, prima il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, poi quello del Pnrr, Raffaele Fitto, non hanno lanciato segnali confortanti.

Matteo Salvini ha annunciato che porterà sul tavolo il rinvio allo stop degli euro5 e quello dell’equilibrio nella convivenza uomo-animale, dopo i casi orsi in Trentino. E la priorità, per la Lega, è continuare ad aumentare stipendi e pensioni, prendendo un po’ di soldi che le banche stanno incassando, perché a fine anno le banche dovrebbero guadagnare più di 40 miliardi di euro. Salvini: “Se una piccola parte di questi 40 miliardi di euro, senza che nessuno si offenda, andranno ad aumentare stipendi e pensioni, sarò felice”. Un altro punto riguarda invece “le truffe e gli abusi” sul reddito di cittadinanza.

Ancora Salvini: “È giusto che chi non può lavorare continui a essere aiutato. A tutte le persone che hanno campato alle spalle del prossimo rifiutando di andare a lavorare pur potendo farlo, è giusto che smettano di avere quei soldi, e quei soldi siano dati ai lavoratori”.

Sulla manovra ci potrebbe essere una sorta di primo giro di tavolo in vista di quello che sarà il vertice di maggioranza previsto per il lunedì successivo, quel 4 settembre in cui la prossima legge di bilancio sarà la vera protagonista.

Probabile che lunedì sul tavolo del governo arrivi il Dpcm Tim. E’ il decreto del presidente del consiglio dei ministri che serve per rendere operativo il memorandum d’intesa firmato il 10 agosto tra il ministero dell’Economia e il fondo americano Kkr per presentare un’offerta vincolante al consiglio di amministrazione di Tim per rilevare fino al 20% della Necto, società della rete fissa.

Intanto sembra già aperta la lista della spesa dei partiti che attraverso i media lanciano le loro richieste di bandiera: per Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato, è importante inserire in manovra “il progressivo aumento delle pensioni minime. È una questione identitaria e fondamentale per noi. In manovra ci deve essere un accantonamento per proseguire questo adeguamento”.

Mentre per Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, dovrà essere rimandata la questione di Quota 41, misura legata sempre alle pensioni ma molto cara alla Lega.

Ma lo scontro più evidente dentro la maggioranza si sta consumando tra Forza Italia e la Lega ed è sulle privatizzazioni. I due vicepremier sono in disaccordo, con Tajani che rilancia le liberalizzazioni, e fa come esempio quello dei porti: “In Italia c’è un problema di debito pubblico e insieme però l’opportunità di valorizzare alcuni servizi che oggi sono appannaggio dallo Stato ma che potrebbero essere gestiti, ugualmente se non meglio, da un privato”. Mentre Salvini replica seccamente sottolineando che privatizzare i porti “non è nell’agenda di governo”.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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