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Cinema: Caterina Murino madrina a Venezia. “Non sono più la Bond girl”

Caterina Murino

Sarà lei, Caterina Murino, magnifica Bond girl di Casinò Royale, il primo favoloso 007 con Daniel Craig, la madrina alla Mostra del cinema di Venezia. Un riconoscimento ad una bella figura che sta facendo molto, anche se in punta di piedi, in Francia.

“Non che abbia rimpianti – dichiara che da 20 anni vive a Parigi – ma è chiaro che in Italia se non fai una fiction popolare non sei nessuno. Ho fatto in questi anni tantissime cose ma da quando sono stata annunciata come madrina della Mostra del cinema sui social e non solo la domanda ricorrente è dove ero finita. In Italia ci sono sempre e non certo solo per le vacanze nella mia Sardegna con tournèe teatrali ad esempio e anche tanti film”.

Elegante, finalista a Miss Italia 1997, in Francia è diventata per passione anche gemmologa e ora firma con il suo nome una linea di gioielli in filigrana “realizzata da artigiani sardi”, racconta. È ben consapevole che Casino Royale è stato il punto di svolta della sua vita, “anche per un solido legame con la famiglia Broccoli. Quest’estate per una cerimonia a Carolei in Calabria dove nacque il patriarca, il nonno di Barbara Broccoli, presente tutta la famiglia al completo, c’eravamo io e Giancarlo Giannini e con Barbara e la figlia Angelica ci sentiamo spesso. Insieme a Skyfall, Casino Royale è considerato uno dei migliori Bond e il mio personaggio Solange nei romanzi di Ian Fleming è stato il primo da Bond Girl, insomma coincidenze e immensa fortuna”.

Quindi aggiunge: “Ovviamente non sono più quella donna, avevo il viso più pieno, ora ci sono un po’ di occhiaie e rughe, sono felice della mia faccia oggi, segni del tempo e della vita inclusi, ma senza assolutamente voler giudicare nessuno non farò mai nulla per essere più giovane, non farei mai ritocchi di chirurgia estetica. Conduco una vita sana, senza abusi di droghe o alcol, ma che sia il mio dna o il mio stile di vita, mi vado bene così come sono, con i miei anni. Noi donne, e anche gli uomini certo, dobbiamo accettarci per come siamo, per come diventiamo, se vogliamo davvero emanciparci dalle aspettative che la società ha sull’immagine del mondo femminile”.

Venezia per Caterina Murino se non è una ripartenza cosa è? “Un ritorno pubblico in pompa magna?”, ironizza, “certamente una occasione di visibilità ma non sono al Lido per sperare che mi notino e mi arrivino proposte perchè le ho sempre avute italiane e internazionali e ho sempre scelto per la qualità. Sono fatalista, essere madrina a Venezia è un regalo, sono strafelice, se arrivano progetti bene e se no pazienza”. Da chi vorrebbe ricevere una telefonata di lavoro? “Il mio sogno è lavorare con Giuseppe Tornatore, da sempre, e poi sono una grande fan di un giovane regista, Sydney Sibilia, ho amato il suo L’isola delle rose, spero mi chiami prima o poi”.

Che aspettative ha da questa esperienza? “Svangare la prima serata con dignità, chiedo venia in anticipo, non voglio deludere Barbera. Sarò spontanea, una padrona di casa. E poi è un anno storico, 80 anni del più antico festival del cinema e io sono pazza di Venezia, spero di viverla al meglio, con tanti incontri e tanti film”.

Il look per lei non è un problema, “ringrazio tutti gli stilisti che si sono proposti un festival, i giochi sono fatti. Vestirò re Giorgio Armani per apertura e chiusura e poi per altre premiere e eventi Versace, Fendi, Moschino, Ferretti, Keaton, Philosophy, unica eccezione non italiana sarà per Jenny Packam, la stilista che spesso veste Kate Middleton e che ha vestito me nel film di James Bond”.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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