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Migranti: la Germania riattiva l’accoglienza dopo l’invasione di Lampedusa

Migranti (Foto d’archivio)

BERLINO – Contrordine in Germania: visti i massicci arrivi a Lampedusa, il governo tedesco ha deciso di continuare ad accogliere migranti dall’Italia. Lo scrive l’agenzia tedesca Dpa segnalando una dichiarazione fatta ieri sera in tv dalla ministro dell’Interno federale, Nancy Faeser: le procedure di accoglienza volontaria erano state sospese “perché l’Italia non ha mostrato alcuna volontà di riprendersi persone attraverso la procedura di Dublino”.

Quindi ha precisato: ma, ha subito aggiunto, “ora, naturalmente, è chiaro che adempiamo anche al nostro obbligo di solidarietà”.

L’agenzia non riporta altre dichiarazioni della ministra ma ricorda che inizialmente la Germania aveva promesso di accogliere 3.500 richiedenti asilo provenienti da Stati particolarmente gravati ai confini meridionali dell’Europa.

Finora poco più di 1.700 migranti sono stati trasferiti attraverso il cosiddetto “meccanismo volontario di solidarietà europea”, in modo da proseguire la procedura di asilo in Germania (dei quali 1.043 dall’Italia dall’anno scorso). Confermando prime informazioni ufficiali circolate il giorno prima, mercoledì un portavoce del ministero dell’Interno aveva reso noto che “dalla fine di agosto” il “meccanismo di solidarietà” era stato “temporaneamente interrotto” perché il trasferimento dei migranti in Italia secondo la Convenzione di Dublino non procede come previsto: le norme entrate in vigore nel 1997 stabiliscono che i richiedenti asilo devono presentare la domanda nel primo Paese dell’Ue in cui sono stati registrati, tranne in alcuni casi eccezionali, e coloro che tuttavia provano a farlo in un altro Stato possono essere rimandati indietro.

L’Italia però si è ripresa solo dieci degli oltre 12.400 migranti che la Germania vorrebbe rimandare indietro, aveva ricordato il portavoce del dicastero, Maximilian Kall. Questi aveva dichiarato che Roma era stata informata che il processo di selezione dei migranti è stato interrotto e, con implicito ma chiaro riferimento a Dublino, aveva aggiunto che la procedura riprenderà “non appena ci sarà una situazione diversa”.



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