Skip to main content

“Garanzia migranti”: 5mila euro per evitare il Cpr. Esplode la polemica. La precisazione del Viminale

Improvvisamente, nel decreto Cutro, spunta la “garanzia migranti”, cioè una una fideiussione bancaria da 4.938 euro per restare in libertà ed evitare di essere internati nei Cpr (i centri di permanenza e rimpatrio ora affidato alla Difesa. Esplode la polemica politica. Il Viminale, in serata, ha spiegato la “ratio” di questa cauzione.

Ma andiamo per ordine: i 5mila euro (spicciolo più, spicciolo meno) dovrà versarli il richiedente asilo che vuole evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera in attesa dell’esito dell’iter della sua domanda di protezione. E il pagamento sarà a carico suo, individualmente, non potranno farlo altri per lui.

La novità è contenuta in un decreto firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, insieme ai colleghi Carlo Nordio (Giustizia) e Giancarlo Giorgetti (Economia) e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. Insorge l’opposizione, che urla “vergogna” e parla di “crudeltà inumana”.

E’ il decreto Cutro dello scorso marzo ad aver spinto sulle procedure accelerate alla frontiera, con la previsione anche del trattenimento del migrante “al solo scopo di accertare il diritto ad entrare nel territorio dello Stato”. Il richiedente asilo può essere trattenuto nel caso “non abbia consegnato il passaporto o altro documento equipollente in corso di validità, ovvero non presti idonea garanzia finanziaria” e provenga da un Paese sicuro.

Il decreto di oggi ha stabilito l’entità della garanzia: quei quasi 5mila euro che devono assicurare al migrante, per il periodo massimo di trattenimento consentito (pari a 4 settimane), “la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi”.

L’obiettivo del giro di vite di marzo – proseguito con la norma di oggi – è quello di dare un impulso ai rimpatri, accelerando l’esame delle richieste di asilo e arrivando all’espulsione – già alla frontiera di arrivo – per coloro che si vedono negata la domanda e provengono da un Paese inserito nella lista di quelli sicuri come ad esempio la Costa d’Avorio, seconda per arrivi quest’anno, o la Tunisia, terza.

Il richiedente non entrerebbe nel sistema di accoglienza in attesa dell’iter di esame della domanda, ma resterebbe negli hotspot in stato di detenzione amministrativa. Può evitarlo, ma dovrà pagare. Allo straniero, prevede il decreto, “è dato immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria”.

La garanzia deve essere versata “in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi”. Dovrà inoltre essere prestata “entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico”. Nel caso in cui lo straniero “si allontani indebitamente – prosegue il testo – il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa”.

Addio ai quasi 5mila euro, dunque. L’opposizione non ci sta. “L’ultima crudeltà” del Governo, accusa la segretaria del Pd, Elly Schlein, “cozza contro il diritto internazionale: si chiedono 5 mila euro a chi fugge da discriminazione, guerre e torture per evitare di essere rinchiusi in un centro, un’ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti”.

Una norma che garantisce la libertà a chi paga, osserva il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, “è significativa della natura punitiva della norma che l’importo da mettere a garanzia non possa essere messo da terzi”.

Per il segretario di Più Europa Riccardo Magi, la norma è “scafismo di Stato, una tangente discriminatoria, classista e disumana, verso chi scappa da fame e guerre. Ci sarebbe da vergognarsi solo per averlo pensato. Ma c’è di peggio: questa norma è illegale in quanto la Corte di Giustizia europea nel 2020 ha già sanzionato una misura analoga introdotta dall’Ungheria”.

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parla di “provvedimento incommentabile. Dicevano di voler dare la caccia agli scafisti in tutto il globo terracqueo e invece si comportano come loro, taglieggiando 5mila euro con fideiussione bancaria”.

Fonti del Viminale intervengono sulle polemiche sollevate dalla cauzione di 5mila euro, precisando che “la garanzia, mira a scongiurare il rischio di fuga, rivestendo il carattere di deposito cauzionale”.

“Peraltro nel decreto interministeriale Interno-Giustizia-Economia”, sottolineano le stesse fonti, al fine di evitare “la possibilità di garanzie ‘strumentali’, è stata esclusa la possibilità che la garanzia venga prestata da terzi o da associazioni del terzo settore” e che non sia “prestata in contanti”, ma solo mediante “fideiussione bancaria o assicurativa”.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741