Migranti: Italia-Germania, sherpa al lavoro per superare l’impasse. Meloni: “Incredibile sentenza a Catania”
ROMA – Stanno lavorando gli “sherpa” tecnici per trrovare una soluzione, fra Italia e Germania, capace di superare l’impasse sui migranti. Secondo quanto si apprende, dopo lo scontro sugli emendamenti sulle Ong, ci sarebbero “diverse idee” sul tavolo e si sta lavorando “per trovare un punto di incontro”, in vista dei vertici di Granada – il 5 la riunione della Comunità politica europea e il 6 il Consiglio Ue informale. Se si dovesse trovare un punto d’incontro, potrebbe essere programmato un bilaterale tra la presidente cel Consiglio Giorgia Meloni e il cancelliere Olaf Scholz.
MELONI – “Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania – così la premier Giorgia Meloni sui social -, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto”.
“Non è la prima volta che accade” ma “continueremo a difendere i confini”. L’azione del governo per fronteggiare la migrazione illegale è “un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.
A Catania “è gravissimo il fatto che chi ha giudicato il caso” abbia “manifestato sui social, poi chiusi ad orologeria, convinzioni politiche contro Salvini e a favore delle politiche immigrazioniste delle ong”, ha detto Sara Kelany, responsabile immigrazione di FdI. Il magistrato “giudica in evidente violazione dell’art. 111 Costituzione, che impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale. Chiederemo lumi per comprendere se si siano travalicati i limiti fissati dalla Carta Costituzionale”, rimarca Kelany in una nota. Dal partito si spiega che si sta valutando con quale strumento intervenire.
GIUDICE – “Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”. Lo dice la giudice Iolanda Apostolico che nei giorni scorsi non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini sconfessando di fatto il cosiddetto decreto Cutro.
PIANTEDOSI – “Ci sono le condizioni per impugnare la sentenza di Catania. Dalla lettura dell’atto siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere”. Lo ha detto il ministro Piantedosi parlando al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto a Imperia rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla sentenza di Catania.
SALVINI – “Le notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma non sorprendenti”. Lo dice Matteo Salvini.Il vicepremier si riferisce a quanto scritto dal Giornale secondo cui sulla bacheca Fb della magistrata ci sarebbe stata sia una petizione, condivisa nel 2018, che chiedeva “una mozione di sfiducia” nei confronti di Salvini,sia l’articolo ‘Open Arms e Sea Watch: la richiesta di archiviazione della procura di Palermo’. “La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento – afferma Salvini -.I tribunali non possono essere trasformati in sedi della sinistra”.
La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano che non ha convalidato il fermo degli immigrati in Parlamento, “perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra”. Lo ha detto il vicepremier, Matteo Salvini. “Io, venerdì – sottolinea – andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della Giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano”.